Anziani non autosufficienti, liste di attesa e piano freddo. Sotto l'albero l'ASL Torino si trova a dover "scartare" dei pacchetti piuttosto impegnativi. E non necessariamente "stagionali". Ma in cui il sistema può muoversi più agevolmente dopo l'uscita dal Piano di rientro e con un rafforzamento delle misure di servizi alla cittadinanza. Tanto che le liste di attesa per gli anziani non in grado di badare a se stessi (tra coloro che vengono assistiti a casa e chi viene collocato in una sistemazione residenziale) scendono a 7431 unità. Sono invece di circa 560 posti ulteriori le potenzialità di "soccorso" per il Piano Freddo.
Ma andiamo con ordine.
Sul fronte dei tempi di attesa, accanto al rafforzamento dell'offerta l'obiettivo è - come spiega Valerio Fabio Alberti, direttore della Asl Città di Torino - "poter governare la domanda, confrontandosi con medici e prescrittori. Sarà questo metodo, più del rafforzamento dell'offerta, a dare risultati nel lungo periodo".
Attualmente, tra sportelli e call center, così come le farmacie (con differenze tra Torino Nord e Sud) si attende l'avvento del Cup unico regionale del 2019. Intanto si sta cercando "di uniformare le modalità di prenotazione ed erogazione, aumentando ciò che si può offrire internamente, ma anche con contratti con il privato accreditato. Senza dimenticare i rapporti con Mauriziano e Città della Salute, che sono gli altri erogatori pubblici". E accanto alle prenotazioni si sta rafforzando l'accesso diretto come nel caso dell'oftalmico, la reumatologia al San Giovanni Bosco e la diabetologia di distretto, anche in fascia pomeridiana-serale e al sabato mattina.
Alla giornata dell'11 dicembre, in termini di tempi di attesa e criticità si oscilla tra prestazioni che volendo possono essere già assolte nel giro di 24 ore (un addome completo al Maria Vittoria), ma per le visite dermatologiche, pneumologiche e gastroenterologiche le cose vanno meno bene, arrivando addirittura ad aprile, febbraio (o luglio) e aprile prossimi. "Si sta lavorando per aumentare le disponibilità per le visite gastroenterologiche e pneumologiche, mentre per la dematologia si sta effettuando un censimento delle disponibilità in vista di un aumento dell'offerta".
Sul fronte delle cure agli anziani non autosufficienti, per le cure domiciliari di "lungoassistenza" si calcola che dalle 6800 persone in liste d'attesa dello scorso 3 ottobre si è scesi a 5319 (-18%) aumentando gli inserimenti e un futuro punto della situazione è previsto per febbraio, "confidando che si vada ancora migliorando". Mentre si calcolano 300 cosiddetti Sod, ovvero l'accompagnamento post dimissione dei pazienti che vengono aiutati da un Oss. Servizio a totale carico della Asl senza contributi da parte dei cittadini. L'accompagnamento può durare 30 giorni con possibilità di proroga.
Sono infine 2136 i pazienti che nei primi 9 mesi del 2018 sono stati seguiti tramite l'assistenza domiciliare integrata (per patologie gravi, in condizioni di non autosufficienza o malati terminali). Il servizio viene attivato nel giro di due giorni e su base annua si dovrebbe arrivare a 3000 persone.
Per gli anziani che invece non sono curati a domicilio, ma vengono collocati in RSA, la lista di attesa è calata da 3043 a fine 2016 ai 2112 di inizio dicembre 2018. Attualmente i posti occupati in convenzione sono 1952 a Torino Sud e 1875 a Torino Nord. "Anche in questo caso il servizio è migliorato, passando da 1,2% di copertura della popolazione con più di 65 anni al raggiungimento del parametro regionale di 1,7% (1,69%) per l'esattezza", commenta Alberti.
Sono infine 186 i posti CAVS, ovvero di continuità assistenziale a valenza sanitaria, ma nuovi posti (22+22 tra metà dicembre e metà gennaio) presso l'oftalmico. E ulteriori attivazioni potranno avvenire presso Gradisca, Valletta e Valdese, per un totale di altri 60 posti circa.
Ma il tema di questi giorni è inevitabilmente il Piano Freddo, che accanto ai 300 Sod e i 44 Cavs, potrà arrivare fino a 106 inserimenti nelle RSA del territorio come Pronta accoglienza. Tutto a carico Asl per un totale di 60 giorni.
Contestualmente, è rinforzato anche il servizio della Guardia Medica fino al 6 gennaio 2019 con due unità in più sia in centrale operativa che sul territorio per turno diurno e festivi.
Per i senza fissa dimora oltre all'ambulatorio Gamba di via Sacchi 49 (come previsto nel piano del Comune), altri 16 posti più altri 20 saranno attivati al San Giovanni Bosco, 12 al Maria Vittoria e 16 al Martini. Per un totale di 64.
Il totale sarà di circa 560 posti a capienza massima.
Per quanto riguarda il Cup, in questi giorni si stanno effettuando i collaudi e se tutto sarà in regola la prima a partire sarà Novara. L'obiettivo è comunque di inserire entro il 2019 tutto il territorio regionale.















