/ Politica

Politica | 26 febbraio 2019, 17:10

Il Reddito di Maternità solleva vivaci reazioni: molto bene… è proprio quello che occorre!

Il Popolo della Famiglia Piemonte insiste e ribadisce la sua proposta

Il Reddito di Maternità solleva vivaci reazioni: molto bene… è proprio quello che occorre!

Fa piacere constatare che quando si parla di autonomia femminile e si considera la maternità come spazio in cui la donna possa riaffermare un proprio diritto si ottiene interesse e magari anche reazioni che animino un confronto. Si spera però che le argomentazioni siano coerenti e magari almeno originali.

Se invece, come accade, ci si imbatte nelle solite critiche, le solite litanie pedestri, per cui si è “retrogradi, medioevali, bigotti…” in quanto si vorrebbe relegare la donna tra le pareti domestiche privandola della propria carriera, allora, per la verità, il confronto richiede pazienza e forza di sopportazione. Ma resta la soddisfazione che si è raggiunto lo scopo: qualcosa infatti il Popolo della Famiglia, in tre anni, ha ottenuto. Si parla finalmente dell’emergenza più grave che il nostro paese sta vivendo: la sua letterale sparizione a seguito di una denatalità progressiva e crescente. Nel solo Piemonte in 5 anni sono venute meno 125.000 persone: quante città sono sparite?!

A fronte di questo dramma, la fine di una civiltà, suonano persino patetiche le considerazioni miopi ed ottuse di chi si aggrappa agli stereotipi vetero-femministi e radical chic di una povera Sinistra, talmente confusa da aver perso non solo buona parte del proprio elettorato, ma anche il minimo buon senso nell’escogitare argomenti che convincano.

Ciò che oggi invece sta succedendo è un lento ma inesorabile risvegliarsi della coscienza, una rivincita della Natura che in tante giovani donne risuona con il nome di maternità. Quante ragazze hanno invece trovato necessariamente nell’aborto il metodo contraccettivo più rapido e risolutivo? Quante con la pillola del giorno dopo uccidono il proprio bambino e con esso la propria consapevolezza? Quante di loro terrebbero il proprio piccolo se sapessero di poter contare su di una cifra dignitosa che, paradossalmente, potrebbe mantenere l’intera famiglia a fronte di un marito disoccupato e di nonni che non dispongono di una pensione sufficiente per aiutarli?

L’obiezione secondo la quale il Reddito di Maternità (RdM) risulterebbe una subdola manovra per indurre la donna a rinunciare alla propria carriera è quanto meno lontana dalla realtà. Esistono in Italia migliaia di 

donne che la carriera se la sognano: al massimo quella di pulire le scale per 400 euro al mese, lavorare 12 ore al giorno nel reparto congelati di un supermercato per 800, dare ripetizioni private a domicilio a 10 euro l’ora, rimettendoci così anche in benzina…

Ma i radical chic della Sinistra, quelli che i porti li vogliono aperti perché tanto i migranti li mandano a casa degli altri, e 1.000 euro al mese li considerano argent de poche da utilizzare per cene stellate o per le piccole spese sulle spiagge di tendenza, si stracciano le vesti inorriditi se diverse decine di migliaia di italiani (anche donne) stanno firmando in tutta Italia perché si discuta in Parlamento il Reddito di Maternità, proposto dal Popolo della Famiglia, vale a dire la possibilità di restituire alla donna una libertà di scelta in più: quella di essere mamma e per giunta pagata.

Dove sarebbe il problema? Se ad una donna si restituisce una dimensione che è la più naturale possibile, se ad un bambino si restituisce la cura della propria madre, perché i maitres (e le maitresses) à penser targati Sx si ricordano del padre e lamentano il fatto che a lui non si conceda un Reddito di Paternità? Come mai questo strano interessamento alla figura del maschio che, in genere, un certo pensiero configura sempre come il maschio violento, che opprime la donna in famiglia, se non addirittura (nei casi per fortuna estremi, ma anche più rari di quanto si voglia far credere) femminicida, e tanto si è fatto per negarne un ruolo, quello appunto della figura paterna, ben diversa da quella materna?

Costoro si arrampicano sui vetri perché hanno capito che il Rdm è davvero una proposta talmente innovativa, che potrebbe davvero piacere alle donne che sognano di mettere al mondo figli, nel modo che Natura comanda. A lor signori sfugge la percezione della realtà, cioè che l’Italia ancora poggia sulla famiglia formata da una mamma e da un papà e dai figli che mamme stipendiate potrebbero scegliere di mettere al mondo.

Il RdM, oltre che una misura politica, è una precisa sfida culturale che si contrappone alla cultura della morte e della sterilità che si vorrebbe teorizzare per favorire la compravendita della vita, secondo i principi della più spudorata eugenetica legittimata e fonte del più fiorente dei mercati.

Noi invece ridoniamo vigore alla famiglia imparando proprio dall’Europa che, una volta tanto, ci chiede di considerare la famiglia. Non si tiene conto di come, ad esempio, proprio nei Paesi nordici sia ben più alta che in Italia la valorizzazione della famiglia. Basti il caso della Svezia, dove i genitori disoccupati hanno diritto al congedo parentale retribuito fino a quando il bambino compie otto anni, diritto che si applica ad ogni bambino in modo tale che i genitori possono accumulare il congedo da diversi figli. Sono previste riduzioni dell’orario normale di lavoro fino al 25%, in più un assegno mensile per ciascun figlio, la scuola dai 6 ai 19 anni è gratuita, pasti inclusi.

Si consideri che il RdM non si configura come forma di assistenzialismo, prova ne sia che non si prevede la limitazione a determinate fasce di reddito, ma come un formidabile incentivo a mettere al mondo bambini, a qualsiasi classe sociale appartengano. Purché nascano e le loro mamme possano accudirli se scelgono di 

farlo. Le studentesse divenute mamme potranno completare gli studi e, mentre crescono il loro piccolo, si prepareranno ad immettersi nel mondo del lavoro che, grazie all’incremento economico che il flusso di denaro comporterà, nel giro di pochi anni necessariamente decollerà. Solo dove nascono bambini è possibile la ripresa economica. Ce lo insegnò l’Italia nel primo anno dopo la fine della guerra con 6 milioni di bambini, ce lo dimostra oggi la “famigerata” Ungheria di Orban.

Infine, per essere totalmente realisti, le critiche che non esistano fondi e che si incrementerebbe il lavoro in nero sono facilmente smontabili per un semplice fatto. Il numero delle donne che si avvarrebbero del RdM sarà assai contenuto, quindi sostenibile. In Piemonte se se ne avvalessero le donne nelle condizioni di fecondità previste basterebbe meno del 2% del bilancio, un numero esiguo facilmente controllabile dalla Guardia di Finanza. E i posti di lavoro lasciati liberi dalle neomamme verrebbero felicemente occupati da altri che non hanno scelto questa opportunità.

Il RdM è solo il primo passo, la sfida da lanciare: una volta rimesse in sesto le situazioni più complesse e con l’appoggio di forze parlamentari illuminate e a sostegno effettivo della famiglia, quando il Ministro della Famiglia e della Disabilità non sarà più un dicastero senza portafoglio, allora si potranno mettere in atto tutte le ulteriori riforme necessarie. Ma allora sarà davvero un’altra Italia, un’Italia giovane che guarda al futuro e si prende cura dei nonni, che avranno solo voglia di godersi i nipotini e non certo la dolce morte che si vorrebbe loro propinare.

comunicato stampa

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di TorinOggi.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium