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Calcio | 12 marzo 2019, 23:10

Un Ronaldo straordinario firma la tripletta che trascina la Juve alla remuntada

CR7 con due colpi di testa e un rigore trasformato con glaciale freddezza nel finale porta la squadra di Allegri nei quarti di finale, cancellando l’incubo dell’andata. E adesso i bianconeri sognano di tornare a Madrid per la finalissima di Champions

Un Ronaldo straordinario firma la tripletta che trascina la Juve alla remuntada

Serviva la partita perfetta e la Juve l’ha confezionata. Trascinata da un Cristiano Ronaldo mostruoso, capace di segnare due volte di testa e di trasformare nel finale il rigore decisivo, con una freddezza da (5 volte) Pallone d’Oro, la squadra bianconera per la prima volta nella sua lunga storia di partecipazioni alla Champions rimonta uno 0-2 e vola ai quarti di finale, regalando una notte che i 40 mila presenti allo Stadium ricorderanno a lungo.

La Juve non ha praticamente concesso nulla ai temutissimi attaccanti avversari, ha dominato dal primo all’ultimo minuto, giocando con testa fredda e cuore caldo, come impone il copione di queste situazioni. Poi nei momenti importanti ci ha pensato Ronaldo a fare la differenza. Un gol di testa al minuto 27 del primo tempo a riaccendere la speranza, quello in avvio di ripresa che rimetteva le cose in parità rispetto alla gara di andata e nei minuti conclusivi la lucidità di spiazzare Oblak in occasione del rigore, che ha trasformato il finale in una festa. Tutta la Juve ha giocato alla grande, con la sorpresa Spinazzola a sinistra, Bernardeschi che ha messo lo zampino nel primo e nel terzo gol (procurandosi il rigore), che ha dato ragione alla scelta di Allegri di far giocare lui e non Dybala dal primo minuto.

Punita la tattica attendistica di Simeone (beccatissimo dai tifosi bianconeri alla fine), che ha portato l’Atletico a Torino con il solo compito di difendersi e non far giocare la Juve. Il Cholo, che aveva indovinato tutto a Madrid, stavolta è stato punito da un avversaria trasformata rispetto a venti giorni prima, trascinata da uno stadio che non ha mai smesso di cantare e incitare i suoi. Al resto ci ha pensato il più forte giocatore oggi sul pianeta, uno che sa come si vincono queste partite e la Champions. Il motivo per cui la Juve ha speso 112 milioni per portarlo via al Real. Le merengues, dopo aver alzato la coppa dalle grandi orecchie per tre volte di fila, sono già fuori, mentre i bianconeri ora sognano di arrivare fino in fondo, dopo aver collezionato una remuntada da leggenda.

Cronaca. Atmosfera da brividi all’Allianz Stadium, con tribune gremite già mezz’ora prima dell’inizio e tifo caldissimo. “Get ready to come back” è lo slogan che invita alla remuntada, per dirla alla spagnola. Per una sera si mettono da parte le polemiche, il caro biglietti e ogni pensiero negativo per spingere La Juve alla grande impresa. Il cassiere dirà poi che gli spettatori sono 40.884 per un incasso record di 4.947.759 Euro. Applausi scroscianti all’ingresso dei giocatori bianconeri per il riscaldamento, salve di fischi per gli ospiti, in particolare il grande ex Alvaro Morata, anche se all’annuncio delle formazioni è il tecnico dei “colchoneros” Simeone il più bersagliato. Juve in campo con il 4-3-3, nel quale è il giovane ex Atalanta Spinazzola l’esterno basso di difesa, Pjanic-Emre Can-Matuidi la cerniera centrale, mentre è Bernardeschi a comporre il tridente offensivo con CR7 e Mandzulic, con Dybala che si accomoda in panchina.

Pronti via e la Juve mette in ambasce la difesa spagnola dopo soli 30 secondi, con una prolungata mischia in area. Al 3’ la formazione di Allegri trova anche il gol con Chiellini, ma l’arbitro Kuipers, dopo essersi consultato col Var, annulla per un precedente intervento falloso di Ronaldo sul portiere Oblak. Sembra il prologo ad un monologo bianconero, ma la Juve pur tenendo costantemente il pallino del gioco si arena quando arriva al limite dei sedici metri, risultando prevedibile al momento dell’ultimo passaggio: Cancelo è molto impreciso, Pjanic ed Emre Can non illuminano mai il gioco, le cose migliori le fanno vedere il sorprendente Spinazzola a sinistra e Bernardeschi, dopo un avvio al rallentatore.

Godin e Gimenez lasciano le briciole agli attaccanti bianconeri, vincendo tutti i duelli aerei, così si arriva al 20’ senza che il portiere Oblak abbia dovuto sfoderare un intervento importante. La prima conclusione dell’Atletico arriva soltanto al 21’ con Koke dalla distanza,  ma nel momento in cui la squadra di Simone sembra controllare la partita arriva l’1-0 della Juve: dosato cross di Bernardeschi dalla sinistra, che trova sul secondo palo Ronaldo pronto all’appuntamento: il colpo di testa di CR7 non perdona, segnando una rete che riaccende lo Stadium, che trema letteralmente per l’entusiasmo successivo al sigillo del portoghese.

Poco dopo Bernardeschi ci prova senza fortuna su punizione da venticinque metri, poi lo stadio rischia di venire giù quando il solito Ronaldo cerca la magia in rovesciata, non trovando la porta. Al 40’ ancora una volta è il portoghese a rendersi pericoloso, il suo stacco è imperioso ma il colpo di testa non inquadra la porta. In un finale di tempo vissuto all’arrembaggio dalla Juve, con l’incornata di Chiellini messa in corner da Oblak, l’ultima chance è però dell’Atletico, con i centrali bianconeri che lasciano colpire di testa Morata nell’area piccola, ma l’ex grazia Szczesny, spedendo alto. Nella ripresa si riparte con la Juve avanti tutta e dopo appena quattro minuti è ancora lui, il solito CR7, a trasformare lo Stadium in una santabarbara, con il colpo di testa su cross di Cancelo dalla destra che Oblak respinge quando la sfera ha già superato la linea bianca: l’arbitro Kuiper, dopo un attimo di incertezza, indica ai giocatori dell’Atletico l’orologio, la gol line technology ha segnalato il gol buono.

Simeone capisce che deve cambiare qualcosa e toglie dopo dieci minuti l’impalpabile Lemar per affidarsi al più estroso Correa: subito dopo, complice uno scivolone di Matuidi, sembra aprirsi la porta di un mortifero contropiede per l’Atletico, ma Cancelo è decisivo con la sua scivolata proprio sul nuovo entrato degli ospiti. Ma è solo un attimo, poi è la Juve che torna a macinare gioco e a fare la partita, con Max Allegri che rischia il tutto per tutto a metà della ripresa, sostituendo l’esausto (e applauditissimo) Spinazzola con Dybala, passando al 4-2-3-1. Dopo aver spinto sull’acceleratore per oltre un’ora, avendo riequilibrato il conto con l’andata, la Juve rifiata e nel finale la gara si fa più equilibrata, con l’Atletico che in un paio di situazioni prova a venire su come mai aveva fatto fino a quel punto.

A dieci minuti dalla fine Mandzukic alza bandiera bianca e nella Juve entra il baby Kean, che dopo appena due minuti ha la clamorosa chance di firmare il 3-0 in contropiede, ma il suo tiro si allarga troppo e sfila alla sinistra di Oblak. Ma poco dopo Bernardeschi fugge via di potenza in una bella azione di ripartenza e viene messo giù in area da Correa. E‘ calcio di rigore, che Ronaldo trasforma con glaciale freddezza spiazzando Oblak, facendo venire giù tutto l’Allianz per il trabordante entusiasmo. Nei cinque minuti di recupero non succede più nulla, con la Juve trascinata da un tifo incessante che alla fine festeggia come se i bianconeri avessero vinto la Champions, con la corsa sotto le due curve a celebrare l’impresa con i tifosi.

Dopo il 2-0 dell’andata ci credevano in pochi e invece ora i bianconeri sognano di tornare al Wanda Metropolitano per la finalissima del 1° giugno.

Juventus – Atletico Madrid 3-0

JUVENTUS (4-3-3): Szczesny; Cancelo, Bonucci, Chiellini, Spinazzola (22’ st Dybala); Pjanic, Emre Can, Matuidi; Bernardeschi, Cristiano Ronaldo, Mandzukic (35’ st Kean). All. Allegri

ATLETICO MADRID (4-4-2): Oblak; Arias (31’ st Vitolo), Godin, Gimenez, Juanfran; Saul, Rodrigo, Koke, Lemar (11’ st Correa); Griezmann, Morata. All. Simeone

Arbitro: Kuipers (Olanda)

Reti: 27’, st 4’ e 41’ (rig.) Cristiano Ronaldo

Ammoniti: Juanfran, Gimenez, Vitolo

Spettatori: 40.884 per un incasso record di 4.947.759 Euro

Massimo De Marzi

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