Cambia la società, cambia la ricerca della casa e cambiano le esigenze. E Torino non fa eccezione. Non ci sono più le famiglie con tanti figli (da 2,7 si è scesi a 0,9) ma nuclei composti da coppie se non addirittura da single. Ecco perché il mercato è uno specchio fedele delle tendenze che interessano il mondo che ci circonda.
"L'immobile, per definizione, è fermo - spiega Carlo Giordano, ad di Immobiliare.it, torinese di origine ma da 13 anni a Milano - e spesso si trovano camere superflue, oppure spazi non più utili come corridoi o sgabuzzini. Invece si cercano più bagni rispetto al passato, quando ne bastava uno. Questo influisce molto sui valori delle case, anche a Torino".
L'occasione per fare il punto è stato il convengo organizzato da Fiaip e ospitato presso il Centro Congressi dell'Unione Industriale. "Anche il passaggio generazionale incide, visto che i giovani hanno una percezione diversa rispetto ai loro genitori: le sicurezze economiche, ma anche una mobilità maggiore. Certo, la voglia di casa rimane e forse dare strumenti alle nuove leve potrebbe spingerli a comprare, piuttosto che affittare".
Intanto le difficoltà per gli addetti ai lavori non mancano, soprattutto perché la città perde popolazione. Ha perso 15mila residenti negli ultimi mesi. Ma si stima addirittura un -134mila entro il 2036. E il mercato soffre, di conseguenza: complessivamente si contano 417.538 abitazioni in 63.764 edifici, con un valore medio inferiore ai 1700 euro a metro quadro.