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Economia e lavoro | 29 maggio 2019, 15:50

Crac Mercatone Uno, l'onda lunga raggiunge la provincia di Torino, 8 gli stabilimenti in Piemonte

Complessivamente i lavoratori coinvolti sono 250 nella regione. Lavolta (UilTucs Piemonte): "Dal ministero l'impegno per la cassa integrazione e l'esercizio straordinario per completare le consegne ai clienti". Filcams Cgil Piemonte: "Riconvocare subito un tavolo presso il Mise". Si cercano nuovi investitori

Crac Mercatone Uno, l'onda lunga raggiunge la provincia di Torino, 8 gli stabilimenti in Piemonte

Non una notizia improvvisa (purtroppo anche negli anni passati c'erano stati periodi non facili), ma senza dubbio un colpo pesante a un mondo occupazionale torinese e piemontese che già non gode di salute esuberante.

Sono infatti circa 250 i lavoratori della nostra regione coinvolti nel fallimento della Shernon Holding srl, società dal nome ignoto ai più, ma che lo scorso anno aveva acquisito i punti vendita a marchio Mercatone Uno. Sono 8 i punti vendita in Piemonte, di cui 5 nelle province di Novara e Vco, ma anche nel Torinese (circa 25 i lavoratori), nell'Astigiano e nell'Alessandrino. 

Il tribunale di Milano ha esposto il semaforo rosso e 2000 dipendenti distribuiti lungo tutto la penisola ora si ritrovano a contemplare il baratro di fronte a sé. E proprio i rappresentanti dei lavoratori della Mercatone Uno sono stati la cornice - involontaria - nella giornata di lunedì della crisi a cinque stelle presso il Mise, dove hanno incontrato il vicepremier Luigi Di Maio proprio nel momento dell'analisi del voto in casa grillina.
In quell'occasione i sindacati hanno sottolineato l’urgenza immediata di un intervento per salvaguardare l’occupazione e il reddito delle lavoratrici e dei lavoratori e delle loro famiglie, mentre il curatore fallimentare ha avviato la procedura per la restituzione dei punti vendita di Shernon all’amministrazione straordinaria e quindi il rientro delle lavoratrici e i lavoratori.

"Lunedì, al ministero - racconta Cosimo Lavolta, segretario regionale della UilTucs - abbiamo avuto le prime rassicurazioni di impegno e questa mattina Di Maio ha incontrato i vertici dell'Inps per avviare la cassa integrazione di almeno due anni con data retroattiva, in modo che non ci siano assenze totali di reddito per i lavoratori". Sempre per i lavoratori, inoltre, si sta lavorando per il trasferimento aziendale (dai curatori fallimentari del tribunale di Milano all'amministrazione straordinaria di quello di Bologna) a far data da sabato scorso, 25 maggio, quando i dipendenti sono andati negli stabilimenti trovando i cancelli chiusi.

"Tra domani e dopodomani speriamo che qualcosa si sblocchi - prosegue Lavolta - ma domattina il ministero incontrerà anche i fornitori e i creditori di Mercatone Uno, per trovare canali di approvvigionamento garantito (dal Ministero, ndr) che consentano di completare le consegne dei mobili già ordinati e pagati dai clienti. Allo stesso modo, servirà l'ok all'esercizio straordinario per far partire i camion per le consegne".

"Ora si rende necessario riconvocare subito il tavolo presso il Mise per espletare l’esame congiunto e procedere con l’immediata concessione della cassa integrazione straordinaria, con l’auspicio che vada a buon fine - spiegano da Filcams Cgil Piemonte - anche perché le ricadute sul territorio piemontese rischiano di essere pesantissime: dopo la messa in sicurezza del reddito dei lavoratori, si aprirà una fase molto delicata e complessa per dare prospettiva e continuità occupazionale".

"Serve un tavolo permanente - conclude Lavolta (Uiltucs) - che veda Mise, sindacati, commissari e rappresentanti delle Regioni impegnati a cercare imprenditori disposti a rilevare le attività e i relativi lavoratori, sperando di scongiurare uno spezzatino".

Massimiliano Sciullo

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