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Scuola e formazione | 02 giugno 2019, 16:23

Talenti neodiplomati Fondazione Crt, il modo più efficace per mandare i giovani migliori "a quel Paese"

Saranno 350, provenienti da 51 scuole di Piemonte e Valle d'Aosta, i ragazzi che al termine della Maturità seguiranno per tre mesi un tirocinio di lavoro all'estero. Investiti 1,6 milioni. Quaglia: "Così sviluppiamo autonomia, senso critico, auto organizzazione e capacità di adattamento"

Talenti neodiplomati Fondazione Crt, il modo più efficace per mandare i giovani migliori "a quel Paese"

Se c'è un modo giusto per mandare "a quel Paese" i migliori giovani del nostro territorio, quello è "Talenti neodiplomati" di Fondazione Crt, il progetto - tra i più longevi dell'ente di origine bancaria - che anche quest'estate permetterà a 350 ragazzi di seguire, una volta superata la Maturità, un tirocinio di lavoro in una nazione straniera. 
Sono gli studenti del quinto anno che questa mattina, alle Ogr, hanno incontrato Luca Perri, astrofisico e divulgatore scientifico e Andrea De Beni, sportivo con disabilità e motivatore.

Provengono da 51 scuole di ogni tipo (licei, istituti tecnici e professionali) di Piemonte e Valle d'Aosta e - grazie agli 1,6 milioni di euro investiti dall'ente di origine bancaria presieduto da Giovanni Quaglia - andranno a raggiungere i 3700 loro coetanei che hanno vissuto la stessa esperienza nei 14 anni passati. Sono 19 i Paesi destinazione: dalla Spagna alla Gran Bretagna, fino a Russia, Finlandia, Cipro e molti altri ancora), mentre le possibili esperienze che i ragazzi potranno provare spaziano dagli alberghi ai ristoranti, passando per le televisioni, le industrie dolciarie, l'automotive, gli enti che lavorano con bambini o con anziani. Insomma, una possibilità di formazione a 360 gradi e che si propone di andare a modellare non solo le competenze professionali, ma anche quelle umane dei giovani che faranno la valigia e trascorreranno un'estate diversa.

“L'esperienza consentirà ai ragazzi di sviluppare maggiore autonomia, senso critico, capacità di adattamento e di auto-organizzazione – sottolinea il presidente Quaglia –. Il progetto offre alle scuole la possibilità di sviluppare una vocazione internazionale e ai giovani l’opportunità di relazionarsi con il mondo, offrendo loro un bagaglio di conoscenze e competenze che li rafforzerà nel confronto con la dimensione globale”.

Perché se da un lato Talenti neodiplomati vuole rappresentare un primo "assaggio" del mondo lavorativo, dall'altro è anche un modo per far uscire dal bozzolo i ragazzi nella loro interezza. Lasciare casa per qualche tempo, mettersi alla prova, scoprire che magari l'esperienza lavorativa è diametralmente opposta rispetto a quella che ci si aspettava e dunque è meglio guardare altrove. In alcuni casi, addirittura, ragazzi che non pensavano di proseguire gli studi si sono invece iscritti all'Università una volta tornati a casa.

“Talenti Neodiplomati è da sempre una porta aperta sull’Europa, un motore di mobilità sociale, crescita personale, un’esperienza importante per contribuire ad abbattere barriere culturali – afferma il segretario generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci –. Il progetto è diventato negli anni un ‘passaporto europeo’ non solo per gli studenti, ma anche per le scuole e per i docenti, che hanno maturato skills e capacity building necessarie per avviare esperienze di progettazione internazionale”.

I numeri, poi, raccontano che per il 91% dei partecipanti il tirocinio ha migliorato le capacità di interagire con gli altri; sempre il 91% ha dichiarato di aver migliorato la propria capacità di gestire positivamente situazioni problematiche; il 95% dichiara di aver imparato a gestire autonomamente gli aspetti di vita quotidiana. 

Tutti i partecipanti considerano molto positiva l’esperienza nel suo complesso tanto che il 99% di loro la consiglierebbe a un coetaneo. Non solo: il 70% dichiara di aver acquisito competenze utili a orientarsi nel mondo professionale e universitario e il 98% dichiara di aver imparato a interagire con persone culturalmente diverse e di aver visto aumentare il proprio interesse nei confronti dei Paesi stranieri. Una competenza fondamentale per una generazione globale che si troverà a lavorare gomito a gomito con persone proveniente da tutto il mondo.

Una crescita umana e di autostima, ma non solo. Anche l'aspetto occupazionale conserva una sua importanza centrale. Secondo lo Studio d’impatto della Commissione Europea (del 20 maggio 2019), esperienze quali Erasmus+ aumentano il successo degli studenti nella vita personale e professionale e rendono più innovative le università. La grande maggioranza di quanti hanno usufruito del programma Erasmus (72%) afferma che è stato utile o molto utile per trovare il loro primo lavoro.

Massimiliano Sciullo

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