A due messi dall’ictus che lo aveva colpito, Gigi Simoni, l’allenatore gentiluomo che dava del lei agli arbitri – storico quel suo “si vergogni” all’indirizzo di Ceccarini in occasione di un Juve-Inter e di un palese rigore su Ronaldo negato ai nerazzurri – continua disperatamente a lottare contro la morte ed a rimanere di conseguenza strenuamente aggrappato alla vita.
Simoni, che nella sua lunga carriera ha ottenuto otto promozioni nei campionati professionistici, 7 in serie A e una in C1 allenando Cremonese (che lo nominò “allenatore del secolo”, Genoa, Brescia, Pisa, Lazio, Empoli, Cosenza, Carrarese, Napoli, Inter, Piacenza, Torino, Cska Sofia, Ancona, Siena, Lucchese, Gubbio portando l’Inter di Ronaldo, Simeone e Zamorano - nel 1998 – a vincere la Coppa Uefa, continua ad essere ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Cisanello di Pisa.
Nei giorni scorsi è stata la moglie, Monica Fontani, a fornire a “La Provincia di Cremona” notizie sul tecnico di Crevalcore, stimato e benvoluto da tanti tifosi, avversari e addetti ai lavori, che da allora sta lottando per la sua vita: “Gigi continua a lottare e noi insieme a lui, giorno per giorno, ma versa ancora in condizioni gravi. Voglio essere sincera fino in fondo, la situazione resta complicata, mio marito ha avuto un ictus e non possiamo oggi ancora parlare di un percorso in discesa. Tuttavia siamo qui. Speranze? Sempre, anche se il quadro complessivo resta delicato”.
“Alcuni tifosi – ha continuato la donna - sono arrivati fin qui a Pisa, in ospedale per portare a Gigi dei palloncini rossi a forma di cuore con messaggi di incoraggiamento per Gigi, li abbiamo attaccati nella sala d’aspetto”.