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Sanità | 03 ottobre 2019, 14:24

Cgil Torino denuncia: "Parco della Salute ma non quella delle donne"

"In questa fase è importante discutere l’intero modello in relazione alla rete territoriale dei consultori e dei punti nascita, anche potenziando i reparti direttamente gestiti dalle ostetriche". Grimaldi (LUV): "Dall’incontro all’Anac una soluzione di comodo"

Cgil Torino denuncia: "Parco della Salute ma non quella delle donne"

Cgil Torino e Piemonte attacca: "Apprendiamo che il Parco della Salute parte ma senza Regina e Sant’Anna. L’Assessore regionale alla Sanità Icardi ha dichiarato “Sarà definito il futuro di Regina Margherita e Sant’Anna. La nostra proposta è risolvere la questione della carenza dei posti letto lasciando i due ospedali al loro posto. Almeno in una prima fase”.Il Sant’Anna è stato per molti anni, ed ancora è, il riferimento per gravidanza e parto – e per tutte le patologie specifiche delle donne – a livello regionale", sottolinea il sindacato.

"In questa fase per noi è importante discutere l’intero modello in relazione alla rete territoriale dei consultori e dei punti nascita, anche potenziando i reparti direttamente gestiti dalle ostetriche. Al Sant’Anna, negli ultimi 20 anni, il modello è stato il più sicuro? Le donne ricoverate al Sant’Anna che necessitano urgentemente di altri specialisti (esempio cardiochirurgia o radiologia interventistica) devono essere trasferite in ambulanza ad un altro ospedale: in alcuni casi questo rappresenta soltanto un aggravio organizzativo, ma in altri significa mettere a rischio la vita della donna".

"La multi-disciplinarietà è oggi indispensabile per il trattamento adeguato delle patologie. In prospettiva il numero di gravidanze continuerà a diminuire (da 37.000 a 30.000 fra il 2006 ed il 2016): diminuisce la popolazione in età riproduttiva e non aumenta il tasso di fecondità (Report Nascere in Piemonte, Percorso Nascita Regionale, 2018). Tuttavia, la percentuale di gravidanze a rischio e patologiche continuerà ad aumentare (attualmente intorno al 30% di tutte le gravidanze): aumentano l’età materna al concepimento, le gravidanze gemellari, le gravidanze da fecondazione assistita, le donne con patologie anche gravi che desiderano una gravidanza, le gravidanze dopo un taglio cesareo. Queste gravidanze devono essere trattate in un ospedale dove siano disponibili tutte le specialità mediche e chirurgiche".

"Tutto questo non significa sottovalutare la questione del Regina Margherita, che deve mantenere le sue caratteristiche di ospedale generale per i bambini. Tuttavia la giusta esigenza di non perdere, con la costruzione del Parco della Salute, una eccellenza della sanità Piemontese, non deve andare a scapito della salute delle donne".

"Le organizzazioni sindacali hanno richiesto un incontro all’Assessore Icardi e Caucino sulle politiche sanitarie e socio-assistenziali ad oggi senza risposta. Riteniamo che un tema così rilevante e urgente debba essere discusso nelle sedi appropriate - e non con dichiarazioni sui giornali - principalmente con chi rappresenta lavoratrici e lavoratori e utenti. Il futuro del materno infantile sarà uno dei punti centrali su cui vogliamo confrontarci perché la salute delle donne non può essere considerata residuale anche in termini culturali", conclude la nota della Cgil.

“Garantire l'autonomia e l'elevata qualità delle cure in campo materno-infantile, garantendo al contempo l’accesso dei diversi quadranti del territorio piemontese ai servizi che prima venivano svolti dalle strutture territoriali (spoke): questo era l'obiettivo per assicurare una sempre maggiore qualità del servizio sanitario, tramite un aumento dei posti letto e una maggiore integrazione tra servizi ospedalieri e territoriali. Non si può rinunciare a questo traguardo. Quella a cui si è giunti mi sembra una soluzione di comodo che rischia di snaturare il progetto del Parco della Salute”. Così il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi Marco Grimaldi commenta l’esito dell’incontro all’Anac di ieri, in cui si è deciso che per il Parco della Salute non ci sarà il dibattito pubblico, ma soprattutto che, per aumentare i 1040 posti letto previsti, Regina Margherita e Sant’Anna non saranno trasferiti nel nuovo polo sanitario.

“Avevamo chiesto un’attenzione particolare nei confronti di alcuni percorsi di cura, ma a quanto pare non c’è stata” – prosegue Grimaldi. – “La realtà unica di ‘policlinico pediatrico’ del Regina Margherita, ma soprattutto la ginecologia e l’ostetricia del Sant’Anna devono stare all’interno del Parco della Salute, perché soltanto la presenza di reparti specialistici medici e chirurgici nella stessa struttura garantisce la sicurezza delle donne, che altrimenti potrebbero vedersi costrette a essere trasportate in ambulanza dal Sant’Anna (che accoglie la maggioranza delle partorienti) al Parco della salute. Il Sant’Anna non ha tutte le specialità che gli permettono di farsi carico da solo della salute delle donne".

"Stiamo dunque dicendo che le donne non hanno diritto di accesso al Parco della Salute? L'assenza di una cabina di regia e di uno sguardo complessivo sulle cure del paziente non può che portare disagi e sprechi di risorse. La Regione non se lo può permettere, ma soprattutto i malati non se lo meritano", conclude Grimaldi.

comunicato stampa

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