Una squadra in crisi di gioco, di risultati, contestata dai suoi tifosi (una delegazione di ultras giovedì si è presentata al Filadelfia, nonostante le porte chiuse) e in silenzio stampa è attesa stasera dalla partita più importante, che mai come stavolta appare una scalata difficile come l’Everest.
La Juve dalla vetta alla classifica ha bisogno del binocolo per vedere un Toro che nelle ultime otto giornate ha collezionato una sola vittoria, che è in preda di una clamorosa involuzione tecnica, che giovedì sera ha beccato quattro sberle dalla Lazio in una partita a senso unico che ha fatto traballare pericolosamente la panchina di Mazzarri. Cairo ha professato fiducia nei confronti del tecnico, ma è evidente che un nuovo pesante rovescio sarebbe fatale all’ex allenatore del Napoli.
Gira già il nome di Ringhio Gattuso per la panchina granata (Davide Nicola la possibile alternativa), da giovedì la squadra è in ritiro ed in silenzio stampa, così al momento si sa solo che, oltre allo squalificato Nkoulou, contro la Juve non ci sarà Iago Falque, che si infortunato durante l’allenamento di ieri, mentre appare quasi impossibile il recupero dell'ex Rincon, già assente mercoledì sera. Al momento non vi è alcuna certezza, però, visto che il Torino ha comunicato che solo nella mattinata di oggi sarà diramato l'elenco dei giocatori convocati. Un silenzio e una pretattica difficili da spiegare, specie alla vigilia di un derby.
Se il Toro non parla, anzi cancella persino i messaggi di incoraggiamento rivolti ai tifosi attraverso Instagram (vedasi l’appello di Izzo, prima postato e poi tolto giovedì), a difendere Mazzarri ci ha pensato il suo collega bianconero, toscano come lui, Maurizio Sarri: “Stiamo parlando di uno di quegli allenatori a cui bisogna portare rispetto, non bisogna farsi condizionare dalle ultime partite. Mazzarri ha fatto benissimo sia a Napoli che a Torino, ho grande considerazione di questo allenatore”.
Tornando in casa granata, la formazione è in alto mare. Difficile pensare che contro un avversario del valore della Juve possano essere schierate le due punte, con Zaza accanto a Belotti. Probabile, invece, che Mazzarri scelga per un modulo prudente, magari con l’avanzamento di Ansaldi in un 3-4-2-1, con Verdi e Baselli che si giocano il ruolo di secondo esterno offensivo al servizio del Gallo. Ancora una volta sarà Belotti il faro della squadra, ma più degli uomini stasera conteranno lo spirito, la voglia di sacrificarsi, la capacità di saper soffrire. Quelle caratteristiche che si erano viste nel girone di ritorno dello scorso campionato, ma che sono evaporate nell’ultimo mese e mezzo.
Non solo per Mazzarri, ma anche per molti calciatori questa potrebbe essere l’ultima occasione per dare un senso diverso alla stagione. Partita tra propositi bellicosi e ben presto infilatasi in un tunnel che sembra senza uscita.