Autista storico del servizio bus comunale di Angrogna, conosciuto da generazioni di alunni della scuola del capoluogo angrognino, Wilmer Bertot ha lasciato definitivamente il posto di guida dopo 27 anni. Sabato 16 novembre, nel pomeriggio, ha infatti festeggiato il suo pensionamento sotto l’Ala in borgata San Lorenzo assieme ai suoi ex passeggeri: «Mi aspettavo di trovare gli alunni della scuola che utilizzano il bus, ma non tutto il resto della gente che era invece presente. Tutte persone che ho conosciuto nei miei anni di lavoro». L’autolinea comunale, infatti, collega le varie borgate del paese a Torre Pellice e Luserna San Giovanni e non serve solo il plesso scolastico ma alcune corse sono pensate per permettere di scendere a valle nei giorni di mercato. Inoltre, l’autolinea viene utilizzata dai turisti che vogliono inoltrarsi nella Val d’Angrogna.
Classe 1958, Wilmer Bertot ha guidato il pullman di Angrogna fin dal 1992. «Negli ultimi anni ho portato a scuola i figli di quelli che erano miei piccoli passeggeri negli anni Novanta – rimarca con soddisfazione –. E proprio da alcuni di loro mi sono sentito dire durante la festa: speravo che sarebbe stato l’autista anche dei miei nipoti». Ridimensionato recentemente, il servizio di trasporto è ancora utilizzato soprattutto dai bambini che frequentano la scuola dell’infanzia e primaria di Angrogna che fa parte dell’Istituto comprensivo Gianni Rodari di Torre Pellice. Alcuni di loro arrivano anche dai comuni limitrofi come Luserna San Giovanni e Torre Pellice.
D’ora in poi l’ex autista, residente il località Passel, si occuperà dei boschi e collaborerà con Protezione Civile e Aib: «Sono così tante le cose che mi ero prefissato di fare una volta in pensione che mi accorgo di aver lasciato il lavoro troppo tardi per poterle compiere tutte». Eppure abbandona la vita lavorativa anche con un po’ di amarezza: «Mi è sempre piaciuto fare l’autista, non ne ho mai sentito il peso, nemmeno nei momenti in cui le strade erano più pericolose come durante le nevicate o le forti piogge». Strade che già di per sé sono a tratti tortuose e che Bertot percorreva con sicurezza.
Le persone lo ricordano non solo come un’autista, ma anche confidente dei bambini che andavano o tornavano da scuola, sempre pronto ad aiutarli: «C’ero solo io sul pullman, dovevo quindi essere pronto anche a fermarmi per farli scendere a fare pipì nel caso non riuscissero tenerla fino a casa, oppure ad ascoltare le loro vicende famigliari quando li vedevo preoccupati».
Non ha dovuto, però, aiutare solo i più piccoli ma anche venire incontro a esigenze di turisti un po’ sprovveduti che giungono in Val Pellice senza auto e ignorano le distanze tra i paesi: «Solo la scorsa estate è salita sul bus a Torre Pellice una donna sudamericana che voleva raggiungere gli uffici comunali di Angrogna alla ricerca di testimonianze dell’origine angrognina della sua famiglia». La donna però aveva sottovalutato il tempo necessario per gli spostamenti e doveva ripartire subito per Torino, il pullman di Bertot l’aspettò quindi fuori dal municipio per riportarla al più presto a valle.