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Economia e lavoro | 21 novembre 2019, 20:33

Si torna a trattare per il futuro di 452 lavoratori Mahle, domani sciopero e presidio: "Ritiro dei licenziamenti unico margine di trattativa"

Il 5 dicembre si chiudono i 45 giorni di fase sindacale. Da quel momento la trattativa passerà sul tavolo della Regione. Ci sarà un margine di 30 giorni per trovare una risoluzione. La soluzione va trovata entro l’Epifania (5 gennaio è ultimo giorno utile). Ieri consiglio comunale aperto a La Loggia

Si torna a trattare per il futuro di 452 lavoratori Mahle, domani sciopero e presidio: "Ritiro dei licenziamenti unico margine di trattativa"

Sono rincasati nella serata di ieri, mercoledì 20 novembre, i delegati sindacali di Mahle Italia che hanno partecipato alla tre giorni di Cae (comitato aziendale europeo) in Germania. Sul tavolo di Stoccarda (dove è presente la casa madre della multinazionale che produce componentistica per automobili) è stata portata la vertenza che riguarda i due stabilimenti piemontesi di Saluzzo e La Loggia.  Lo scorso 23 ottobre l’azienda ha comunicato la volontà di chiudere i due stabilimenti e l’indomani è stata avviata la procedura di licenziamento per 452 lavoratori (209 a Saluzzo, 243 a La Loggia). La produzione sarà spostata in altri stabilimenti europei per la maggior parte in Polonia .

La crisi negli stabilimenti Mahle riguarda anche altri siti in Francia e Lussemburgo, motivo per cui l’attenzione è stata posta a livello europeo. Il sindacato tedesco dei metalmeccanici  ha condiviso la linea. Necessario evitare la chiusura degli stabilimenti con il conseguente ritiro della procedura.

Domani, venerdì 22 novembre, si terrà il secondo incontro di fase sindacale all’Amma di Torino dove saranno presenti per Saluzzo i delegati e le segreterie di Fiom e Fismic e per La Loggia Fiom e Fim. Saranno presenti rappresentanti italiani di Mahle (fino a questo punto hanno sempre partecipato dirigenti tedeschi). Contemporaneamente sarà organizzato un nuovo presidio davanti alla sede torinese confindustriale dedicata alla meccanica e alla meccatronica. Proclamate otto ore di sciopero sui tre turni nei due stabilimenti. Al termine dell’incontro segreterie e rappresentanti sindacali riferiranno l’esito ai lavoratori.

“Le problematiche legate al mercato diesel non giustificano la chiusura” – dichiara il segretario Fiom Pierandrea Cavallero – “Da parte nostra continua la richiesta del ritiro immediato della procedura. Senza questo presupposto non possono esserci margini di trattativa.”

Il 5 dicembre si chiudono i 45 giorni di fase sindacale. Da quel momento la trattativa passerà sul tavolo della Regione. Ci sarà un margine di 30 giorni per trovare una risoluzione. La soluzione va trovata entro l’Epifania (5 gennaio è ultimo giorno utile).

“Chiederemo che questa crisi arrivi sul tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico e del Lavoro” - continua Cavallero – “La vertenza ha carattere nazionale, non solo piemontese. Anche Trento non sta attraversando un buon momento.”

Con la chiusura degli stabilimenti e l’interruzione della produzione risulta difficile l’attivazione di ammortizzatori sociali. L’unico strumento rimane il sussidio di disoccupazione (Naspi). Al presidio di domani, come nelle scorse occasioni, sarà presente una rappresentanza dell’amministrazione di Saluzzo e di alcuni comuni del saluzzese come dei comuni di La Loggia e circondario. Nella serata di ieri a La Loggia sulla questione Mahle si è svolto un consiglio comunale aperto dove erano presenti sindaci e amministratori di Nichelino, Volvera, Torino, Piossasco e Pianezza.

CIRIO: “PROCEDIAMO CON PRUDENZA, MA SONO PRONTO A INCATENARMI”

Una settimana fa il governatore del Piemonte Alberto Cirio aveva avuto un rapido scambio con i lavoratori Mahle di Saluzzo prima di un incontro previsto alla Burgo di Verzuolo. Qui Cirio aveva espresso vicinanza ai lavoratori. Ha parlato di procedere con “prudenza”, ma allo stesso tempo di essere pronto a “incatenarsi”. Ai microfoni del nostro giornale ha poi dichiarato: “Quando la controparte si dimostra disponibile, anche la Regione deve avere altrettanta serietà. Ed è quello che stiamo facendo in questa fase. Ho fatto il primo sciopero della mia vita da presidente della Regione per accompagnare i lavoratori Embraco a Roma. Lavoratori che sono stati presi in giro dalle istituzioni. Sono pronto a farlo anche per i lavoratori della Mahle. Come per qualsiasi lavoratore del mio Piemonte. La gente non va presa in giro nelle sue esigenze più chiare. Noi non abbiamo mai chiesto il reddito di cittadinanza. Chiediamo il lavoro per i piemontesi.”

Sulla vertenza Mahle è intervenuto nel consiglio comunale aperto a La Loggia il consigliere regionale del Pd, originario di Nichelino, Diego Sarno: “L’invito del Presidente Cirio a mantenere ‘toni bassi’ in attesa della conclusione della procedura di dialogo, è assurda e inaccettabile, così come è assurda e inaccettabile l’assenza della Giunta regionale e della maggioranza consiliare al Consiglio comunale ‘aperto’ sulla Mahle.”  

“Sulla vita di interi nuclei familiari non si può tergiversare" - ha continuato - "la Regione convochi immediatamente i responsabili dell’azienda ed assuma tutte le iniziative necessarie sia nei confronti della proprietà sia nei confronti del Governo nazionale, per tutelare l’insediamento produttivo e i lavoratori di La Loggia e di Saluzzo”.

“Parlare di crisi della Mahle non è corretto – ha aggiunto Sarno – dal momento che gli stabilimenti italiani della multinazionale tedesca hanno prodotto nel 2018 un utile di circa 300mila euro. La chiusura è in realtà dovuta alla volontà di delocalizzare la produzione in Paesi dove il costo del lavoro è inferiore, nonostante gli stabilimenti in questione siano pronti ad una conversione immediata nella più promettente produzione di pistoni per motori ibridi. Più che invitare alla calma il Presidente Cirio dovrebbe prendere esempio da Mons. Cesare Nosiglia, e soprattutto adoperarsi per riportare l’azienda ad un tavolo di vero confronto. E se ciò non dovesse avvenire, allora si porti la vicenda in sede europea sollecitando gli opportuni interventi, anche sanzionatori”.

Daniele Caponnetto

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