"Crescita: Torino deve tornare a essere quello che è stata nei cento anni passati guidando l'economia tra le due guerre e il boom economico del Dopoguerra". Primo giorno da presidente degli industriali torinesi per Giorgio Marsiaj, che dopo l'esperienza alla guida dell'Amma (rimarrà in carica fino a settembre, quando sarà nominato il suo successore) raccoglie il testimone da Dario Gallina, passato alla presidenza della Camera di Commercio di Torino. Per tutti, la sfida è la stessa: accompagnare il territorio fuori dalle secche di una crisi economica senza precedenti.
"È un momento difficile, ancora più a causa del Covid, ed è fondamentale che arrivino i fondi dall'Europa e che vengano sfruttati al meglio - aggiunge il neo presidente dell'Unione Industriale -. Inoltre dovremo rafforza i legami con i nostri vicini, Milano e Genova. Milano è riconosciuta come la capitale economica anche se sono in difficoltà: dobbiamo cercare un percorso comune di coesione e crescita comune. In fondo ci dividono 35 minuti di treno". "Il mercato bisogna affrontarlo essendo competitivi e innovativi - prosegue Marsiaj - arrivando fino alla Motor Valley dell'Emilia Romagna".
Capitolo occupazione: "Il nostro nemico non è il sindacato. È un nostro alleato perché tutti vogliamo parlare di lavoro. Dobbiamo condividere un progetto di crescita, puntando sugli investimenti per essere competitivi e ragionando in termini di Paese". E il lavoro, a Torino, si sposta ancora parecchio su quattro ruote. "L'auto è stata dimenticata dal Governo, lo sanno, ma entra da un orecchio ed esce dall'altro. Il problema non sono le bici o i monopattini, ma c'è un parco auto ampiamente inquinante, con più di dieci anni. Serve una politica nazionale a difesa del nostro lavoro, puntando sulle nuove Panda e 500. In Francia nessuno alza un sopracciglio quando aiutano PSA. Qui invece sembra che la sensibilità su questo non interessi". E l'elettrico non è l'unica soluzione: "Al momento costano troppo e non sono accessibili a tutti, serve anche altro: vetture semplici, non solo quelle da 30-35mila euro".
Sulla cassa integrazione da prolungare: "La domanda non è tornata pre Covid e dunque bisogna poter governare la situazione".
E il matrimonio dell'anno resta sotto i riflettori: Fca-Psa. "La fusione ormai è nei fatti e FCA ha già dimostrato che Fiat ha saputo integrare Chrysler da manuale. Loro hanno molta forza in Europa e dovranno negoziare. Ma è importante che la newco che nascerà continui a operare a Torino, non solo come fabbrica ma anche come uno dei centri pensanti della nuova alleanza: sviluppo di prodotto e di processo e non solo Città dormitorio. La 500 elettrica va bene, ma si arriverà anche ad altro, puntando su investimenti di FCA su Mirafiori e territorio e integrandosi nel nostro sistema del Manufacturing technology Center. Il tutto senza dimenticare l'altro pilastro che è l'aerospazio".
Cautela sul fronte delle reindustrializzazione per lo stabilimento ex Embraco di Riva di Chieri e suo 15 milioni proposti dalla Regione. "Per fare una fabbrica di batterie serve un miliardo di euro. Se c'è una soluzione per Embraco siamo tutti felici e ben venga, ma bisogna gestire la situazione con una visione di lungo periodo, non con una prospettiva dii tappabuchi".
A completare il panorama, altri progetti aperti. "Città della salute è un progetto fantastico per il nostro territorio in senso esteso. Abbiamo professionalità incredibili, ma anche un settore industriale all'altezza". "Si deve pensare a collaborazioni con le istituzioni locali su tutti i campi e i settori possibili: anche commercio, turismo, cultura e altro. Ha appena incontrato la sindaca Appendino e vediamo cosa possiamo fare".
E se si allungasse lo stato di emergenza? "Mi preoccupa, quello che Conte con tutto il rispetto ha buttato lì inaugurando il Mose a Venezia: i dati di tutti i giorni non lasciano presagire uno scenario preoccupante. Ma forse Conte sa altro. Che si debba insistere però nel rispetto delle regole è normale. Anche qui, con i sindacati, abbiamo fatto un ottimo lavoro e si andrà avanti con la prudenza e le procedure di sicurezza".
Al fianco di Marsiaj, in questo mandato che si annuncia complesso, ci saranno la squadra dei vicepresidenti: Antonio Calabrò, Massimiliano Cipolletta, Anna Ferrino, Marco Lavazza, il presidente della Piccola Industria, Giovanni Fracasso e il presidente dei Giovani Imprenditori, Alberto Lazzaro.