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Economia e lavoro | 21 luglio 2020, 10:35

A Torino 20% dei dipendenti comunali in smart working, Pironti:"Forniremo pc e connessioni"

I commercianti, con centinaia di persone al lavoro da casa, hanno denunciato il rischio di chiusura per bar e ristoranti del centro. L'assessore:"Sfida capire come redistribuire economia"

A Torino 20% dei dipendenti comunali in smart working, Pironti:"Forniremo pc e connessioni"

Il 20% dei dipendenti del Comune di Torino lavorerà in smart working e la Città fornirà computer, linea internet e le strumentazioni tecnologiche necessarie. Ad annunciarlo è l’assessore comunale all’innovazione Marco Pironti, che questa mattina è intervenuto nel programma di Rai Radio 1 “Centocittà” per fare il punto sull’ “ufficio” da casa.

A Torino – ha detto – abbiamo circa 9 mila dipendenti: è prevista la stabilizzazione in smart working per il 20%. La vera sfida non è il lavoro da casa, ma rendere meno rilevante il ruolo dell’ufficio”. “Per 1.600 persone – ha aggiunto - abbiamo pensato ad un ruolo di backoffice a rotazione: abbiamo voluto accelerare su questo processo, per non disperdere patrimonio creato durante il lockdown”.

Nel capoluogo piemontese, così come nel resto d’Italia, le associazioni di categoria hanno lanciato l’allarme sulla sofferenza del tessuto commerciale del centro a causa lavoratori impegnati da casa. Per decine di bar e ristoranti, che quotidianamente fornivano pranzi e caffè ai pendolari che affollavano i loro locali prima del lockdown, la ripresa stenta ad arrivare.

La sfida per noi come amministrazione – ha replicato Pironti – è migliorare la distribuzione: l’attività del commercio di prossimità è aumentata nelle periferie. Dobbiamo capire come redistribuire l’economia, affinché nessuno perda l’occupazione: l’amministrazione deve supportare questo cambiamento”.

I sindacati, durante la pandemia, hanno più volte acceso i riflettori sul fatto che i lavoratori in smart working utilizzavano per fornire servizi ai cittadini i pc e linee internet personali. “Nella primissima variazione di bilancio – ha chiarito l’assessore – destineremo una cifra perché l’onere tecnologico non sia a carico dei dipendenti: per lavorare da casa servono tutte le connessioni e gli hardware necessari. Durante il Covid hanno dovuto usare quelli privati a causa dell’emergenza”.

Cinzia Gatti

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