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Economia e lavoro | 24 luglio 2020, 19:06

Coronavirus, da inizio anno sono quasi 7600 i contagi sul lavoro denunciati all'Inail in Piemonte

Nell'ultimo mese se ne sono contati 393, mentre i casi mortali sono stati in tutto 19. La categoria più colpita è quella che lavora nel mondo della Sanità e dell'assistenza sociale

Coronavirus, da inizio anno sono quasi 7600 i contagi sul lavoro denunciati all'Inail in Piemonte

Quasi 7600 contagi da Covid 19 sul posto di lavoro in Piemonte dall'inizio dell'anno fino alle fine del mese di giugno. Lo rivela l'ultimo report dell'Inail, che mostra come solo nell'ultimo mese le denunce sono state 393, per un totale da gennaio di 7.593. Rappresentano il 15,2% dei casi totali rilevati a livello nazionale (49.986), mentre i casi mortali sono stati 2 nell'ultimo mese, portando il totale a 19, ovvero il 7,5% dei decessi da Covid registrati in Italia (252).

In provincia di Torino si concentra più della metà delle denunce. Analizzando nel dettaglio la situazione della regione emerge che è sempre la provincia di Torino a far registrare oltre la metà delle denunce (3.953, pari al 52,1% dei casi del Piemonte), seguita ancora una volta dalle province di Alessandria (940 denunce, pari al 12,4%), di Novara (783 pari al 10,3%) e di Cuneo (764 pari al 10,1%). Nettamente inferiori i casi nelle altre province: 373 (4,9%) nell’astigiano; 323 (4,2%) nel verbano-cusio-ossola; poco meno, 316 (4,1%), nel vercellese; 141 (1,9%) in provincia di Biella.

Con 8 decessi la provincia di Alessandria detiene il primato negativo per i casi mortali, seguita da Torino (7) e VCO (2), mentre Cuneo e Novara registrano un caso ciascuno.

Il maggior numero di casi nel settore della sanità e assistenza sociale. Dall’analisi per attività economica emerge che, nell’ambito della gestione assicurativa dell’Industria e servizi dove si concentra la maggioranza dei casi (99,6%), oltre l’83% delle denunce codificate per settore di attività economica (Ateco) riguarda ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche, policlinici universitari, residenze per anziani e disabili del settore “Sanità e assistenza sociale” (65% delle denunce) e organi preposti alla sanità, come le Asl (18,3).

Il settore "Noleggio e servizi alle imprese" registra il 6,1% delle denunce codificate: tra i più colpiti gli addetti alle pulizie ("personale non qualificato nei servizi di pulizia, ecc.", 2,9% delle denunce) e i lavoratori interinali "prestati" a svariate attività e professionalità (comprese quelle di natura sanitaria e di pulizia). Nel settore dei Servizi di alloggio e ristorazione, presente con il 2,7% delle denunce, prevalgono le attività svolte nei supermercati e nelle farmacie, sostanzialmente addetti alle vendite.

La gestione per Conto dello Stato segue con la percentuale dello 0,4%; mentre nell’Agricoltura si registrano tre soli i casi (+2 rispetto al 31 maggio).

Infermieri, operatori sanitari e medici le professioni più colpite. L’analisi per professione evidenzia la categoria dei tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti ecc.) come quella più coinvolta da contagi, con il 37,5% delle denunce complessive, l’80,8% delle quali relative a infermieri.

Seguono le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (30,2% delle denunce complessive, di queste il 99,7% riguardano gli operatori socio-sanitari); i medici (9,4%); le professioni qualificate nei servizi personali e assimilati con il 5,8% delle denunce (di queste l’85,1% provengono da operatori socioassistenziali) e con il 4% delle denunce il personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (di queste il 72% sono di ausiliari ospedalieri).

Oltre il 30% dei decessi riguarda il personale sanitario (medici, infermieri, operatori sanitari). La Sanità e assistenza sociale si conferma il settore di attività economica con il maggior numero di casi mortali.

Quattro contagiati su 10 nella fascia di età 50-64 anni. Sostanzialmente invariata la ripartizione delle denunce per classe di età e genere: il 41,7% dei casi denunciati è concentrato nella fascia di età 50-64 anni, seguita da quella 35-49 anni (37,6%) e 18-34 (18,4%); il 76,1% dei contagiati sono donne e il 23,9% uomini.

redazione

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