In un Paese lontano, anch’esso colpito dal covid come tutti gli altri paesi del mondo, era appena iniziato il campionato di calcio. Il calendario prevedeva per quella giornata un big match tra i campioni in carica ed una delle squadre più accreditate a contendere loro il titolo.
Purtroppo nelle file di quest'ultima squadra alcuni giocatori erano risultati positivi al tampone di controllo, che veniva effettuato con cadenza regolare su tutti i membri del team, per prevenire focolai. Il protocollo stilato da un gruppo di saggi ed esperti, consentiva comunque di disputare l'incontro, perché il numero dei positivi che sarebbero stati impossibilitati a scendere in campo era esiguo, anche se più che sufficiente ad indebolire il gruppo ed a creare un ulteriore fattore di svantaggio, oltre al fatto di giocare in trasferta e di avere un organico tecnicamente inferiore agli avversari.
Tanto che, sussurrano i maligni, il presidente di quella società sportiva, che solo poche settimane prima aveva condotto l'intera squadra ad incontrare, in piena campagna elettorale, uno dei candidati alla corsa di presidente dell’area geografica in cui questa società sportiva ha sede, portandogli talmente tanta fortuna che quel candidato era stato eletto, pare abbia chiesto a detto presidente di sentire le autorità sanitarie locali, per capire se fosse stato possibile ottenere una ingiunzione ad osservare una quarantena sanitaria con decorrenza immediata, in modo da non poter viaggiare alla volta della città, sede dell'altra squadra, dove si sarebbe dovuta svolgere la partita.
Che questo intervento dall'alto si sia veramente concretizzato, oppure sia solo una incredibile coincidenza, non si sa, ma sta di fatto che l'ingiunzione a restare a casa per un isolamento sanitario si è magicamente materializzata.
L'altra squadra, nota in tutto il mondo per la sua lealtà sportiva, per il suo assoluto rispetto dei regolamenti ed accettazione delle sentenze sportive e non, ovviamente si è presentata nello stadio dove la partita si sarebbe dovuta svolgere e, alla presenza dell'arbitro, ha atteso il tempo massimo previsto per l'arrivo degli ospiti.
A questo punto l'arbitro ha assolto ai suoi doveri, constatando l'assenza degli sfidanti e redigendo il referto, a seguito del quale potrebbe concretizzarsi una sconfitta a tavolino per 3 a 0 ed un punto di penalizzazione verso la compagine che non si è presentata. Ma la vicenda ha l'aria di non voler finire lì. Di motivi per contendere in sede giudiziaria, sia sportiva che ordinaria, ce n’è in abbondanza e se ne vedranno delle belle.
Se qualcuno, anche solo per una frazione di secondo, può aver pensato ad una lontana analogia con il Campionato Italiano di Serie A e con Juventus - Napoli, si sbaglia di grosso.
Fatti come quelli descritti in questo racconto, frutto della più sfrenata fantasia, non succederebbero neppure in una ipotetica repubblica delle banane, dove il calcio è il “circenses” che serve per distrarre l'attenzione del popolino dai ben più gravi problemi, dalla sanità all'economia, dal lavoro alla scuola, che la affliggono da sempre e che la pandemia ha solo acuito, portandoli a livelli insopportabili.
Per fortuna l'Italia è un Paese serio.