Lavoratrici e lavoratori in somministrazione presso i servizi del Comune di Torino hanno aperto lo stato di agitazione.
Sono circa 115, assicurano il loro impegno in servizi necessari, amministrativi e urgenti, come quelli per minori e anziani, non si sono tirati indietro neanche di fronte all’emergenza sanitaria come fatto già a marzo, nonostante i contratti precari, ma lavorano con la spada di Damocle sulla testa dei 36 mesi di contratto, come fossero merce in scadenza da sostituire.
Per Nidil Cgil, Felsa Cisl e Ultemp Uil il comportamento del Comune di Torino è vergognoso: fa slittare sistematicamente la discussione sulla mozione che chiede il superamento del turn over dei somministrati; non risponde alla convocazione del tavolo in Prefettura per affrontare il problema della precarietà, dimostrandosi sprezzante anche dei ruoli istituzionali - mentre le agenzie coinvolte hanno già dato disponibilità al confronto; apre selezioni di nuovo personale in somministrazione mentre lavoratrici e lavoratori aspettano risposte da mesi.
Per queste ragioni chiedono agli assessori competenti e alla Sindaca di rispondere alla convocazione del tavolo prefettizio, come previsto dalla norma quando si tratta di servizi pubblici essenziali.