“Sono immagini che nessun sindaco avrebbe mai immaginato di poter vedere, creano rabbia”. Con queste parole Chiara Appendino ha analizzato le difficoltà del sistema sanitario torinese, colpito duramente dalla pandemia.
Ospite della trasmissione Titolo V, su Rai 3, la sindaca ha voluto ringraziare il personale sanitario: “E’ evidente che le difficoltà ci sono: medici e infermieri sono in trincea e stanno facendo l’impossibile per cercare di gestire questa pandemia che purtroppo il presidente Cirio ha dichiarato essere otto volte più forte rispetto quella di marzo”.
Per alleggerire la pressione sugli ospedali, tra sei giorni verrà inaugurato il Covid Hospital di Torino Esposizioni: “La Regione - ha spiegato la prima cittadina - ci ha chiesto di verificare se vi fossero a disposizione spazi. L’abbiamo fatto immediatamente e abbiamo messo a disposizione questo padiglione pubblico, che è della Città”. “La Regione e l’Unità di Crisi stanno facendo tutto il percorso per renderlo fruibile, parliamo di 480 posti letto a partire dal 20 di novembre. Saranno a disposizione per tutto il periodo dell’emergenza, speriamo possano essere di supporto in questa situazione complicata” ha commentato Appendino. Se da una parte l’abbassamento dell’indice RT, sceso a 1,37, lascia ben sperare, è altrettanto evidente che la situazione di sofferenza pare destinata a durare ancora diverse settimane.
La sindaca si è poi concentrata sull’emergere delle nuove povertà generate dal Coronavirus: “L’emergenza Covid, già nella prima ondata, ha colpito ancora di più una parte della nostra comunità che era già fragile. Abbiamo costruito una rete di welfare informale, che si è affiancata a quella più strutturata e si chiama Torino Solidale. Diamo pacchi spesa a chi è in difficoltà: sono 25.000 le persone che seguiamo, di cui 8.000 minori” ha raccontato al conduttore Appendino.
“Il 70% sono persone che non utilizzano strumenti di welfare già esistenti. Cosa vuol dire? Che l’attuale sistema di welfare non è sufficiente a cogliere l’emergenza e a quello che accadrà nei prossimi mesi” è l’analisi della prima cittadina. Da qui l’ammissione: “il sistema non è in grado di cogliere quelle povertà che si sono mostrate dall’oggi al domani: se guardiamo al sistema di welfare tradizionale, guardiamo al reddito storico ma il reddito storico non fa emergere chi a causa del Covid si è trovato in difficoltà”.







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