A seguito dell'iniziativa nonviolenta intrapresa da Rita Bernardini e da Irene Testa che hanno iniziato uno sciopero della fame a oltranza rispettivamente il 10 e il 14 novembre scorsi, anche a Torino l'attenzione sulle carceri resta massima.
Diversi militanti e dirigenti del Partito Radicale e dell'Associazione Marco Pannella di Torino si uniscono all’iniziativa nonviolenta aderendo allo sciopero della fame promosso da Rita Bernardini e il Partito Radicale e all'appello che chiede alle Procure di rispondere alla denuncia depositata il 19 marzo per reato ipotizzato di “procurata epidemia colposa mediante omissione” nei confronti del Ministro Bonafede e del Dap.
Nel carcere delle Vallette di Torino due bambini e la loro mamma risultano positivi al Covid. Ad Alessandria un detenuto ultrasettantenne è deceduto di Covid. Sono ormai diverse decine i casi di persone positive al tampone tra detenuti e personale di polizia.
Nell’Appello si chiede a Governo e Parlamento di intervenire prima che sia troppo tardi riducendo drasticamente la popolazione detenuta attraverso qualsiasi intervento di legge che sia aderente alla nostra Costituzione e alla Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo: Amnistia, indulto, modifiche sostanziali al decreto “Ristori” per ampliare la platea dei beneficiari, liberazione anticipata speciale (oggetto di un emendamento predisposto dal Partito Radicale e da Nessuno Tocchi Caino e presentato dall’on. Roberto Giachetti).
SERGIO ROVASIO E MARIO BARBARO (membri del Consiglio Generale del Partito Radicale e rispettivamente Presidente e Coordinatore dell'Associazione Marco Pannella di Torino) hanno dichiarato: “Secondo le notizie che pervengono nelle carceri del Piemonte al 1 novembre risultavano 56 positivi divisi equamente tra detenuti, agenti e addetti al ministero. La situazione deve rientrare subito all’interno della legalità e del rispetto dei diritti umani, viste anche le notizie che arrivano da tutta Italia circa la mancanza di personale, dei presidi sanitari e degli spazi per isolare i positivi. Lo abbiamo detto più volte: in democrazia non possono esistere zone franche e rispondere all’emergenza sanitaria è urgente e imperativo riconducendosi quanto prima al rispetto del diritto e dei diritti di tutti. Chiediamo che vengano rispettate le direttive dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che raccomanda l'uscita immediata dal carcere delle persone vulnerabili, in particolare i bambini che con il carcere non devono avere nulla a che fare!”.