E' ancora presto per festeggiare, ma di certo è stato compiuto un altro passo avanti. E' stato infatti sottoscritto il protocollo di intesa per la formazione del comitato per le Universiadi 2025. Un progetto cui hanno prestato energie e impegno la Regione, il Comune, ma anche Università di Torino e Politecnico, oltre all'ateneo del Piemonte Orientale, l'Edisu e il Cus Torino.
Sport, ma anche ricadute positive sul territorio, con il Governo pronto a sostenere con risorse importanti la realizzazione di quelle infrastrutture che prima ospiteranno gli atleti (soprattutto a Torino e Novara, per un totale di 1700 posti letto) e poi diventeranno luoghi di accoglienza per gli studenti.
La decisione sarà presa a maggio del 2021, con Svizzera, Svezia e Finlandia come "avversari".
Un territorio vocato allo sport, col testimone delle Atp Finals
"Le Universiadi per il Piemonte sarebbero un grande traguardo - commenta Fabrizio Ricca, assessore regionale allo Sport - innanzitutto sportivo, visto che ne segna la rinascita collegandosi a quello che sarà l'ultimo anno delle Atp Finals di Tennis. E lascerà sul territorio qualcosa di importante, come le residenze universitarie. Sarà un evento importante e per la prima volta vorremmo creare le Parauniversiadi, che si collegherà in continuità con gli Special Olympics".
"Tutta la nostra revisione del piano regolatore punta con forza sulla quota di presenze universitarie in città - aggiunge l'assessore comunale all'Urbanistica, Antonino Iaria - e le Universiadi si collocano in questo percorso, per fare di Torino una città giovane e Universitaria".
Non solo gare: "Spazio anche alla conoscenza e alla ricerca"
Soddisfatto anche Stefano Geuna, rettore dell’Università degli Studi di Torino: "Le Universiadi sarebbero strategiche sia per l'effetto di attrattività verso il nostro territorio, così come avevano già fatto i Giochi invernali, sia per la valenza scientifica dal punto di vista delle Scienze Motorie. E il fatto che per la prima volta il tutto si associ anche alle Parauniversiadi rafforza l'approccio tecnico-scientifico su salute e benessere, con eventi che saranno realizzati già nei prossimi anni". Ma c'è un secondo punto: "La possibilità di aumentare significativamente i posti letto nelle residenze universitarie del nostro territorio. Per essere territorio attrattivo ci va il contributo degli atenei, ma anche gli strumenti di accoglienza e inclusività all'altezza degli obiettivi che ci poniamo".
"Il percorso comincia finalmente in maniera concreta dopo l'approccio collaborativo tra tutte le università del territorio - aggiunge Guido Saracco, rettore del Politecnico di Torino -. Abbiamo tre atenei che hanno concepito sintesi e collaborazione come punto di forza: un fatto unico rispetto per esempio alla Lombardia, dove le Università competono tra di loro strenuamente. E tutti insieme vogliamo avere un impatto positivo sulla società e sul territorio: fondamentale se vogliamo che il Nord Ovest riparta".
"Non può esistere una città universitaria che non possa accogliere in tutto e per tutto i propri studenti - dice Gian Carlo Avanzi, rettore Università degli Studi del Piemonte Orientale -. Il pendolarismo non è sufficiente: chi ospita gli atenei devono diventare centri di aggregazione, anche per scambiare idee e costruire un patrimonio di conoscenze e di ricerca".
"Anche il percorso di avvicinamento sarà un'occasione di valorizzazione per tutto il nostro territorio", - sottolinea Alessandro Ciro Sciretti, presidente Edisu. E Riccardo D’Elicio, presidente Cus Torino e Cusi Piemonte, aggiunge: "Lo sport non è solo fatica e sudore, ma anche impegno e conoscenza. Se la città si organizza e partono i servizi, possiamo arrivare a 140mila studenti, mentre fino a poco fa eravamo a quota 70mila. I ragazzi scelgono un ateneo anche per quello che offre la città in cui si trovano". "La città di crede e le Universiadi possono essere un grande motore per il futuro, per fare la differenza nel rilancio della città".