Un film già visto. Il Toro gioca bene per larghi tratti, ma come quei tennisti a cui viene il braccino nel momento decisivo si smarrisce nel finale e subisce l'ennesima rimonta di questo suo travagliato inizio di stagione. La Juve, sull'orlo del k.o. per quasi 70 minuti, si riscatta nell'ultimo quarto d'ora, ribaltando un derby che l'aveva visto spesso in sofferenza e con i gol di McKennie e Bonucci fa sua la stracittadina numero 151 in serie A.
E' finita come da pronostico anche il secondo derby dell'era Covid, all'Allianz Stadium e a porte chiuse come quello di luglio, ma per larghi tratti la formazione di Giampaolo ha saputo imbrigliare benissimo i bianconeri, che hanno pagato l'assenza di Morata (squalificato) e l'ennesima serata di scarsa vena di Dybala. Persino Ronaldo (premiato prima del via per i 750 gol in carriera e quale miglior giocatore del mese di novembre) è apparso a lungo meno stellare dei suoi consueti livelli, mentre il Toro ha trovato forza e convinzione dopo la rete firmata da Nkoulou su azione d'angolo, alla prima sortita offensiva.
La Juve non ha mai costretto Sirigu ad una parata degna di questo nome in tutto il primo tempo, mentre in contropiede i granata avrebbero persino potuto raddoppiare, ma Zaza (soprattutto) e Linetty hanno sprecato situazioni importanti originate dal solito intraprendente Belotti. L'avvio di secondo tempo della squadra di Giampaolo era meno convincente, la Juve trovava anche il pari con Cuadrado (annullato poi dopo consulto col Var per fuorigioco di Bonucci) e col passare dei minuti inizia a serpeggiare la sensazione che questa possa essere una serata no per la Signora.
Ma sul più bello, come successo contro Sassuolo, Lazio e Inter (per citare i tre casi più clamorosi) il Toro si scioglie nel finale, subendo due gol di testa praticamente uguali, con un bianconero a colpire liberissimo nell'area piccola, dimenticato dalle belle statuine di una difesa che fino a quel punto aveva concesso poco o nulla. Il nuovo entrato McKennie la pareggia, poco dopo la mezz'ora e in zona Cesarini arriva il 2-1 di Bonucci, che ribalta il Toro e mette sulla graticola Giampaolo.
Pirlo si salva grazie alla migliore qualità dei suoi interpreti e ad una panchina infinitamente più lunga di quella di Giampaolo, che al 90' deve far entrare il baby Segre, dopo che in precedenza aveva dovuto fare ricorso a Lukic, con appena due allenamenti sulle gambe dopo aver avuto il coronavirus.
Il Toro resta in zona retrocessione, mentre la Juve non perde altro terreno dal Milan capolista, aspettando buone notizie dal posticipo di Marassi. Per lo scudetto i bianconeri ci saranno fino alla fine, come al solito, Giampaolo invece deve iniziare ad avere paura: quando manchi così tante occasioni, sono segnali che la stagione sta prendendo una piega pessima.