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In Breve

| 13 gennaio 2021, 07:00

Prima i Piemontesi? Ecco perché l'assessore ha ragione

OsservaTorino, un punto di vista su cosa accade in città fornito da Domenico Beccaria. L'argomento di oggi? L'assegnazione degli alloggi di edilizia popolare

Prima i Piemontesi? Ecco perché l'assessore ha ragione

 

La notizia del giorno, potenzialmente, è una non notizia, anche se in effetti è una notiziona.

Mi spiego meglio: l'assessore regionale al Welfare, con delega alla casa, Chiara Caucino, ha introdotto una normativa che, aggiornando una legge ormai datata, introduce un criterio di premialità nei confronti dei residenti in Piemonte da tempo e dei genitori unici con prole a carico, per ottenere l'assegnazione degli alloggi di edilizia popolare.

Una iniziativa immediatamente etichettata con lo slogan “prima i Piemontesi” che potrebbe far pensare a chissà quale provvedimento di stampo razzista, mentre invece non ne contiene la minima traccia.

Infatti, con il termine “Piemontesi” non si deve intendere solamente coloro che sanno dire “dôi pôvrôn bagnà n’tl œli” con la giusta pronuncia, la cui ricerca avrebbe lo stesso coefficiente di difficoltà di trovare il Sacro Graal, che secondo tradizione e leggenda sarebbe nascosto da qualche parte proprio nel capoluogo sabaudo, ma tutti i cittadini italiani, ma anche stranieri, che risiedono regolarmente in regione da almeno quindici anni.

Purtroppo negli ultimi dieci anni, molti sono stati i Piemontesi a vedersi scavalcati nelle graduatorie di assegnazione da persone arrivate in regione da poco tempo e con isee migliori del loro. Una situazione frustrante, per chi per tanto tempo ha vissuto in un luogo, contribuendo al benessere del tessuto sociale e dell'economia di quel territorio, e vede le sue aspettative deluse.

Un provvedimento dunque, che premia la stanzialità e la costanza nel contribuire al benessere di un territorio, ripagando con maggiori servizi, o con una posizione privilegiata nelle graduatorie, i residenti di lungo corso.

Sarebbe addirittura auspicabile che medesimo criterio venisse adottato anche per altre tipologie di servizi, dai nidi alle scuole dell'infanzia, fino a certe prestazioni sanitarie, erogate a costi minori o in tempi migliori rispetto ai non residenti o ai nuovi arrivati.

Se è un dovere di tutti i cittadini contribuire al benessere della Nazione in maniera proporzionale al proprio reddito, è altresì giusto che quelli che contribuiscono da maggior tempo e si trovano a vivere una situazione di disagio economico, dovuto alla pandemia ed alla crisi economica ad essa correlata, possano usufruire di uno scudo sociale che li protegga e li assista in questo momento di bisogno, visto che proprio loro hanno fatto tanto perché questo scudo sociale venisse creato.

Oltre ad essere una misura di puro buonsenso, sarebbe anche un modo di restituire a chi tanto ha dato, oltre che un incentivo alla regolarizzazione residenziale e contributiva, sapendo che per quello che dai, ti viene restituito in proporzione.

Un sincero complimento alla assessore Caucino, sperando che sia il primo di tanti altri passi su questa strada.

 

Domenico Beccaria

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