L’obiettivo è entrare in zona bianca per tenere in vita le attività di ristorazione delle Valli Chisone e Germanasca. Ieri la proposta è stata presentata nel Polivalente di Inverso Pinasca alla stampa e i ristoratori si sono confrontati con Confesercenti e Cna.
In origine si pensava ad un'assemblea aperta agli operatori del settore, ma le nuove norme anti-contagio l'hanno trasformata in una conferenza stampa e ingressi limitati.
“Le nostre valli erano già martoriate prima del Covid. Ora siamo alla crisi totale. I nostri dipendenti sono in cassa dal 25 ottobre e non hanno ancora visto un euro. Noi vogliamo che l’ambito del Pinerolese venga riconosciuto come area bianca e i ristoratori possano lavorare, nel rispetto delle norme Covid” spiega Ester Tagliaferri.
Il traguardo della zona bianca, che permetterebbe a tutte le attività di aprire senza limite d’orario, stando alle prescrizioni del Governo, è raggiungibile solo su scala regionale e con un’incidenza di casi settimanali al di sotto delle 50 unità per 100 mila persone.
“Chiediamo che la Regione lavori per far cambiare questo limite, perché neanche con il 70 o l’80% dei vaccinati si raggiungerà questa soglia” sostiene Tagliaferri.
Un altro fronte su cui i ristoratori chiedono un soccorso sono i ristori: “Il Governo li calcola su aprile e maggio che per noi è bassa stagione” sottolinea Mara Peyrot, che ha un’attività a Prali.
Il segretario di Cna Torino, Paolo Alberti, però, ha proposto di giocare la partita della zona bianca solo all’interno dei territori che facevano capo alle ex Comunità montane. Nel frattempo Enrico Tron, vicesindaco di Inverso Pinasca, ha promesso di portare la questione all’interno dell’Unione dei Comuni delle Valli Chisone e Germanasca.