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Economia e lavoro | 17 maggio 2021, 11:41

Embraco, domani tornano in piazza i lavoratori: "Siamo pronti a mettere le tende e rimanere finché non ci sarà una soluzione"

Dopo la manifestazione in occasione del Giro d'Italia si erano spenti i riflettori sulla vertenza. Mercoledì alle 10 il vertice con il governatore Cirio

Lavoratori in protesta dietro una transenna

I lavoratori ex Embraco alla partenza del Giro D'Italia

Un presidio permanente sotto la sede della Regione Piemonte, in piazza Castello a Torino, per chiedere al Governo di garantire un futuro ai 400 lavoratori ex Embraco. I manifestanti monteranno delle tende in piazza Castello e nei prossimi giorni valuteranno in quale maniera dare seguito alle loro iniziative di lotta.

Dopo qualche giorno di silenzio (l'ultima manifestazione a sostegno della vertenza si è verificata in concomitanza con la partenza del Giro d'Italia, due sabati fa), domani mattina tornano in piazza i sindacati di Fim, Fiom, Uilm, Uglm Torino e i lavoratori dello stabilimento di Riva di Chieri, in attesa dell’incontro convocato dal presidente del Piemonte, Alberto Cirio, mercoledì 19 alle 10.

"I lavoratori chiedono certezze sul prosieguo del progetto Italcomp, finora l’unica soluzione individuata per mettere in sicurezza i 400 addetti torinesi e i 300 della Acc di Belluno - dicono i rappresentanti dei lavoratori -. Dopo la battuta d’arresto sul piano arrivata dal Mise negli scorsi giorni, con il presidio permanente i lavoratori vogliono ricordare al Governo che, in mancanza di soluzioni adeguate, dal prossimo 23 luglio saranno tutti licenziati".


Furia (PD): "Siamo vicini ai lavoratori: cassa nel prossimo Decreto Sostegni"

"Esprimo la solidarietà del Pd piemontese nei riguardi della mobilitazione dei lavoratori ex Embraco di questi giorni - dice Paolo Furia, segretario regionale Dem -. Nel prossimo Decreto Sostegni in discussione in queste ore, al fine di garantire il sostegno al reddito a tutti i lavoratori interessati dall’intervento della CIGS per cessazione di attività, verrà inserita una norma che consentirà di  proseguire per ulteriori 6 mesi la cassa integrazione per cessazione di attività in corso previa stipula di un nuovo accordo in sede Ministeriale alla presenza di Mise e della Regione interessata. Questa misura, fortemente voluta dal Partito Democratico, consentirà di sventare i licenziamenti dei lavoratori Ex Embraco attraverso il finanziamento di un ammortizzatore sociale dedicato. Lo strumento, come sempre in questi casi, dovrà essere richiesto dal curatore fallimentare. Nel frattempo è urgente proseguire al Mise il confronto sul futuro, perché non si può estendere l’ammortizzatore sociale all’infinito e, soprattutto, i lavoratori hanno diritto a lavorare".

"E' positivo prendere tempo, ma solo se questo viene utilizzato al meglio e serve a finalizzare il progetto Italcomp, salvaguardando i 700 lavoratori di Torino e Belluno - commenta Vito Benevento, segretario organizzativo Uilm Torino -. In questa fase - dice Benevento - è fondamentale portare avanti il progetto Italcomp. Gli ammortizzatori sociali non possono essere un alibi per illudere nuovamente questi lavoratori, che da 3 anni e mezzo chiedono soltanto di riavere il proprio lavoro e la propria dignità".

 

"Altri sei mesi di cassa sarebbero già un primo necessario intervento per consentire una transizione, ma che ne è del tavolo tecnico sulla proroga degli ammortizzatori che doveva coinvolgere sindacati, Ministero del lavoro, INPS e curatore fallimentare, annunciato e mai convocato?", si chiede invece il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi. "Soprattutto, ricordiamo che la cassa serve per prendere tempo ma deve essere finalizzata alla rioccupazione e quindi alla realizzazione del progetto Italcomp. Giorgetti e Todde chiariscano se si farà e se hanno, in caso contrario, un'alternativa credibile, in grado di mettere in sicurezza i lavoratori di Riva di Chieri e Belluno".

Massimiliano Sciullo

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