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Economia e lavoro | 31 agosto 2021, 11:55

Settimo, in Pirelli le rsu proclamano lo sciopero: riflettori accesi sulla quarantena e i fondi di previdenza

Braccia incrociate il 1° settembre per un'ora e mezza con uscita anticipata

stabilimento industriale visto dall'alto

Un'ora e mezza di sciopero per la Pirelli di Settimo Torinese il 1° settembre

Un'ora e mezza di sciopero, per la giornata del 1° settembre, alla Pirelli di Settimo Torinese. A proclamarlo sono le rsu. E come spiegano gli esponenti della Filtem, "mentre l'opinione pubblica si distrae, divisa tra pro vax, no vax e green pass a causa di una carenza normativa che di fatto scarica su lavoratrici e lavoratori, parti sociali e imprese, il compito di sopperire alla ormai inevitabile necessità di decretazione dell'obbligo vaccinale, sullo sfondo, si aggirano gli spettri di due stangate devastanti per lavoratrici e lavoratori".

Il pericolo che aleggia sulla quarantena non equiparata alla malattia

In particolare, l'attenzione è concentrata sulla tutela per la quarantena, per i lavoratori “fragili” e per la malattia conclamata da Covid-19. "L'Inps chiarisce che il Governo non ha attualmente previsto la copertura economica, per l’anno 2021, e che quindi salvo eventuali interventi normativi, la quarantena non è più equiparabile a malattia e pertanto, nonostante una timida apertura del ministro competente, ad oggi l’indennità di malattia per quarantena Covid non potrà essere erogata, né coperta in termini contributivi, per tutti gli eventi avvenuti nel corso del 2021, con la duplice conseguenza di un pesantissimo bilancio economico sulle spalle di Lavoratrici e Lavoratori da una parte e dell'innesco di una vera e propria "bomba sociale" dall'altra, destinata ad esplodere qualora i Lavoratori altrimenti scoperti economicamente, decidessero di omettere eventuali contagi".

Nuove aliquote per il Fondo complementare: "Una batosta per fare cassa"

L'altro aspetto riguarda invece il fondo di previdenza complementare (Fondo Gomma Plastica): "Si parla della necessità di un ritorno a una tassazione, sulle prestazioni finali, secondo le normali aliquote Irpef, cioè dal 23 al 43%, invece delle attuali che vanno dal 9 al 15%, con un conseguente svantaggio fiscale che, nella maggior parte dei casi, può arrivare a diverse decine di migliaia di euro per ciascun aderente. Una posizione che indica la più totale inconsapevolezza circa i motivi e i meccanismi che hanno reso necessaria la nascita dei fondi e che si pone come unico obiettivo quello di fare cassa. Un vero furto, una batosta economica devastante".

Massimiliano Sciullo

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