La cura dei bacini fluviali montani per scongiurare i danni irreversibili in pianura dovuti alle calamità naturali. È su questo tema che ritorna Paolo Bongioanni, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte, con l’avvicinarsi dell’autunno e l’allerta già alta in tutto il territorio cuneese. “A inizio settimana - dice - ho fatto un sopralluogo lungo gli affluenti del fiume Tanaro, grande bacino imbrifero che ogni anno, all’arrivo delle grandi piogge, mette in crisi la provincia di Cuneo. Fa effetto vedere come, passati 11 mesi dall’alluvione di ottobre, la situazione sia ancora critica. C’è un accumulo enorme di detriti e di materiale lapideo che non è stato rimosso, la vegetazione all’interno del sedile fluviale e laterale è molto folta: mi chiedo cosa succederà se pioverà di nuovo in modo intenso tra un mese”.
“Abbiamo sempre detto che curare la montagna vuol dire salvare la pianura ma finora non è stato fatto molto - prosegue -. Rivolgo quindi un appello a tutti i miei colleghi di maggioranza e minoranza per superare ogni impedimenti burocratico, leggi e divieti che mettono a rischio le abitazioni e la vita delle persone”.
E conclude: "Ho incontrato un albergatore di Ponte di Nava, che mi ha fatto vedere come nell’alveo del fiume Tanarello il livello del sedime si sia alzato di 1,8 metri dal 2026, a causa dei detriti non rimossi. Se a Roma la politica non deve limitarsi a scrivere leggi da dietro una scrivania, dobbiamo avere noi il coraggio di studiare il territorio, andandolo a vivere e ascoltando chi lo abita e chi ha il coraggio di lavorarci”.