Si chiama Casa Breast ed è la nuova arma che il mondo della sanità piemontese può mettere in campo per dare scacco alle malattie oncologiche: in particolare, in questo caso, il tumore al seno.
L'associazione nasce all'interno del Centro di Senologia Breast Unit dell’Ospedale Cottolengo, con l’obiettivo di offrire alle pazienti affette da tumore al seno un punto di ascolto, di confronto e di suggerimenti, da parte di chi ha già vissuto l’esperienza della malattia, al fine di favorire un miglioramento della qualità della vita. "Cura e assistenza - spiegano i responsabili - comprendono anche la sfera emotiva, sociale e relazionale".
In particolare, Casa Breast vuole promuovere la conoscenza della cultura della prevenzione, della salute e del benessere attraverso un punto di ascolto per alleviare il disagio psicofisico nella lotta contro il tumore, elaborazione di materiale informativo e di strumenti utili per il disbrigo delle pratiche burocratiche di supporto alla paziente affetta da tumore al seno in ambito socio-previdenziale e attività di formazione e organizzazione di seminari e divulgazione scientifica, organizzazione di laboratori per migliorare gli stili di vita.
Un ascolto che si rivela particolarmente prezioso nel momento iniziale, quando la paziente (e la sua famiglia) devono sopportare il primo impatto con la malattia. "Centralità e dignità della persona, valore della cura, accoglienza del più debole e del sofferente". "Casa Breast - ha sottolineato Gian Paolo Zanetta, direttore generale dell’Ospedale Cottolengo - è un ulteriore segno dell’attenzione che la Piccola Casa e l’Ospedale dedicano a tutte le persone che vivono un momento di particolare fragilità nella propria vita. L’associazione vuole, quindi, essere un punto di accoglienza, di ascolto, di confronto e di aiuto per le pazienti affette da tumore al seno".
"Casa Breast - ha aggiunto il dottor Mauro Franco, direttore sanitario dell’Ospedale Cottolengo - si inserisce nella rete del Centro oncologico e del Centro di Senologia del Presidio sanitario dove ogni anno si eseguono tra i 700 e gli 800 interventi di chirurgia senologica e circa 20 mila esami di diagnostica, oltre ai percorsi di riabilitazione e presa in carico olistica della paziente".
"La Piccola Casa - ha concluso suor Elisabetta Carello, vicedirettrice dell’Ospedale Cottolengo - è nata per non lasciare sole le persone in difficoltà. Questo progetto, sorto nel mezzo della pandemia, vuole dunque essere un segno di speranza che nasce dal credere nella forza che ogni persona possiede, nella bontà e nella buona volontà di lavorare insieme".