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Politica | 24 settembre 2021, 18:52

Comunali, Ricca (Lega): "Torino in sofferenza per colpa di M5S e csx. Con noi città aperta a novità"

"Bisogna facilitare in ogni modo gli imprenditori italiani e o gruppi imprenditoriali internazionali che vogliono investire su di noi"

Comunali, Ricca (Lega): "Torino in sofferenza per colpa di M5S e csx. Con noi città aperta a novità"

La Lega, così come tutto il centrodestra, punta a vincere le Comunali di Torino con il candidato sindaco Paolo Damilano. Per farlo Matteo Salvini ha deciso di mettere in campo direttamente i suoi "big" politici, come Fabrizio Ricca. Il capogruppo del Carroccio punta a tornare in Sala Rossa, forte anche dell'esperienza amministrativa accumulata in questi anni.

Quale è la criticità principale della città in questo momento?

"Torino da tanti anni ha perso la sua vocazione, non riuscendo a trovarne una nuova. Questo non è colpa solo della giunta Appendino, anche se ha dato una buona mano con un atteggiamento che spesso sembrava voler scoraggiare le nuove idee di crescita, come con le Olimpiadi invernali bis. Questa amministrazione è arrivata poi ad avere posizioni totalmente ostili ad eventi e manifestazioni, come nel caso del Salone dell'Auto al Valentino migrato in Lombardia: tutti questi fattori hanno contribuito a creare un'immagine di Torino non di città aperta ai soggetti interessati a portare i propri investimenti. Una tendenza che non si riscontrata solo con la sindaca: la stagnazione infatti del capoluogo è di lungo corso. Stefano Lo Russo non è volto nuovo, ma è stato assessore con l'amministrazione Fassino, che non ha fatto tantissimo. Penso ad esempio a Palazzo del Lavoro, che da decenni attende una riqualificazione e una vocazione definitiva: siamo però anche la città che vede in disuso area Westinghouse. Torino ha glorioso passato industriale, che purtroppo ha lasciato un sacco di industrie abbandonate: questo crea quindi doppio problema. In primo luogo uno più popolare, legato al degrado urbano. Il secondo, ancora più radicato e complesso, consiste nell'abbandono appunto di grandi aree urbane, che sono la manifestazione evidente di una città che non riesce a riconvertirsi. Da un certo punto di vista questa cosa non ci stupisce, già solo per una chiara dichiarazione ideologica di intenti che aveva anticipato l'elezione di Appendino: la sindaca ha da sempre cercato di rifarsi all'approccio ideologico della decrescita felice, che ha nel suo dna la scelta strategica di non incentivare l'arrivo di nuovi capitali".

Perché tutto questo è un problema?

"Al netto dei discorsi complessi, e a volte retorici e altisonanti della politica, non ci dimentichiamo che la traduzione puntuale dell'affermazione di attrarre 'nuovi investimenti' è creare nuovi posti di lavoro. In questo Torino, come dimostrano tutti i dati, è una città che vive una sofferenza inusuale rispetto al resto del nord Italia: in questo c'è una responsabilità chiara del M5S, ma soprattutto delle numerose amministrazioni di centrosinistra, che hanno condotto mano nella mano verso il baratro la curva della disoccupazione cittadina".

Come si esce da questa difficile situazione economica?

"Innanzitutto dando l'immagine di una città che non ha paura delle novità e di investire nel nuovo. Poi lo si fa utilizzando al meglio i soldi del Pnnr, che sono una grandissima possibilità di rilancio per Torino. In ultima analisi bisogna facilitare in ogni modo gli imprenditori italiani e o gruppi imprenditoriali internazionali che vogliono investire su di noi. Per quest'ultimo punto possiamo contare su due atenei di eccellenza, enti di ricerca importanti e utili per chi voglia venire a investire".

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