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Attualità | 29 settembre 2021, 14:00

Mafie, a Torino usati solo il 20% dei beni confiscati. Appello al futuro sindaco: "Serve assessorato alla legalità"

Libera Piemonte, ACLI, ARCI e Gruppo Abele hanno inviato ai candidati le loro proposte: "La città non può fare a meno del terzo settore"

conferenza libera, arci e gruppo abele

Mafie, a Torino usati solo il 20% dei beni confiscati

"Se le mafie ci sono è perché hanno trovato pezzi di politica e economia che hanno costruito domande, a cui la criminalità ha dato risposte. Chiediamo al Comune di Torino di istituire uno strumento serio per portare avanti la lotta alla mafie, uno scatto in più come un assessorato alla legalità democratica". È questo l'appello di Maria José Fava, referente di Libera Piemonte, che questa mattina ha inviato insieme ad ACLI, ARCI e Gruppo Abele ai candidati sindaci di Torino un elenco di proposte dal titolo "La città delle persone". 

A Torino usati solo il 20% dei beni confiscati alle mafie

Il capoluogo è la realtà piemontese dove ci sono più beni confiscati di tutta la regione. "Sono ben 120 - ha chiarito Fava - è solo il 20% sono utilizzati: potrebbero essere usati come spazi culturali e pubblici"

Acli Torino: "Più risorse per la formazione professionale" 

Priorità per il futuro sindaco, come ha sottolineato la Presidente dell'Acli di Torino Raffaella Dispenza, è la creazione di occupazione. "Il lavoro - ha spiegato - è la prima priorità per la città: è ancora troppo basso l'investimento sulle politiche di orientamento. Chiediamo poi di aumentare le risorse per la formazione professionale".

Arci Torino: "Senza terzo settore Torino non avrebbe superato pandemia" 

E Andrea Polacchi ha voluto lanciare un chiaro avviso a chi si candida a guidare Palazzo Civico. "Senza terzo settore - ha detto il Presidente di Arci Torino - questa città non avrebbe superato questo momento: non si può fare a meno della rete associativa".

"Deve essere chiaro il principio - ha rincarato Marianna Nacca, referente politica del Gruppo Abele - che la lotta alla povertà e al disagio non è lotta ai poveri e alle categorie sociali vulnerabili. Concetti come quello del decoro e della sicurezza non sono accettabili se realizzati a scapito della dignità delle persone". Parole che suonano come un avviso al candidato del centrodestra Paolo Damilano, che ha in coalizione forze politiche che in questi anni hanno  condotto campagne elettorali "criminalizzando" la figura dell'immigrato. 

Presenti in sala il candidato della sinistra radicale Angelo D'Orsi: "Essere qui è un messaggio in sé: ci sono e ci sarò anche dopo il 4 ottobre.  Abbiamo iniziato la nostra campagna elettorale il 23 maggio, proprio nella ricorrenza della Strage di Capaci. Non è stata una scelta casuale, ma dettata dalla volontà di lottare per una società di giustizia, legalità e coesione sociale". Stefano Lo Russo ha invece commentato: "I soggetti del sociale sono fondamentali per la città e saranno chiamati a partecipare alla costruzione di quel senso di comunità di cui tanto c’è bisogno. Per ripartire abbiamo la necessità di un patto rifondante e generativo fra pubblico, privato, Terzo settore, forze sociali e forze produttive".

Cinzia Gatti

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