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Economia e lavoro | 31 gennaio 2022, 07:10

Caro bollette, Confartigianato Piemonte lancia l'allarme: "A rischio oltre 6 mila aziende"

De Santis: “Le imprese artigiane del food sono al collasso, servono ristori immediati e aiuti da inserire nel Pnrr”

bollette - foto d'archivio

Caro bollette, Confartigianato Piemonte lancia l'allarme: "A rischio oltre 6 mila aziende"

E’ allarme per la tenuta delle imprese artigiane della filiera alimentare, che da sempre ha maggiori obblighi e costi per far fronte alla sicurezza, a causa dei rincari. Una raffica di aumenti che riguarda tutto il settore agroalimentare: dal latte, alle stalle, dall’attività di trasformazione, ai trasporti, alla distribuzione, fino ad arrivare alla luce (rincaro del 90%) e al gas (rincaro del 300%).

Dopo anni di stallo il mercato del grano duro sta vivendo una fiammata con i valori cresciuti del 70% da giugno a oggi, aumentano anche i costi dei mezzi agricoli fertilizzanti, situazione che colpisce l’intera filiera, fino ad arrivare alla pasta e al pane, farina ma anche altre prodotti lavorati.

Minacciati dai rincari anche gli alimenti come carne, latte, formaggi (+30%). In particolare sono rincarati mais, orzo, soia e gli altri cereali foraggeri che vengono impiegati nell’alimentazione degli animali che impatterà direttamente anche sui costi della carne e del latte.

Anche l’aumento dell’elettricità determina i rincari del settore caseario: per mungere le mucche occorre elettricità che è triplicata nel giro di un semestre, e l’anidride carbonica usata per raffreddare gli impasti oggi costa il triplo di un anno fa.

Un settore a rischio quello dell’agroalimentare piemontese, rappresentato da 6.459 imprese artigiane che danno lavoro a oltre 12mila addetti, con un’offerta enogastronomica di 23 prodotti DOP, IGP e STG, ben 342 “tradizionali”.

“Per il comparto agroalimentare gli ultimi due anni sono stati drammatici a causa della pandemia e dei lockdown, commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino - ora questa raffica di aumenti che riguarda tutta la filiera, potrebbe mettere definitivamente in ginocchio le imprese artigiane del food, che sono spesso a conduzione familiare. Per non parlare del caro bollette che sta penalizzando in modo trasversale tutte le attività artigiane e che sta mandando al tappeto molte imprese del comparto alimentare, nonostante le misure di contenimento già adottate dal governo. A questo punto serve un atto di coraggio per manovre strutturali, non sono sufficienti interventi spot”.

“Le nostre imprese artigiane sono al collasso e rischiano di chiudere-continua De Santis - servono ristori immediati e la possibilità di inserire aiuti economici nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Non possiamo riversare tutti i rincari sulla clientela ma le nostre imprese non possono, da sole, far fronte ai rincari di questa portata, sicuramente saranno in grave sofferenza economica e finanziaria”.

La situazione è insostenibile anche per i produttori di dolci. Si riscontrano rincari per farina, (+ 40%), latte e tutti i suoi derivati come la panna ed il burro (+50%), uova, zucchero (+15%) e olii vegetali (305%), cioccolato (+20%).

“In questo momento il problema di fondo è legato alla pandemia ancora in corso-continua De Santis - non solo bisogna soddisfare la domanda che riparte, ma occorre anche cercare di ricostituire le scorte che nel frattempo si erano azzerate. Si è creato un ingolfamento del sistema per cui non c’erano più materie prime, non c’erano più trasporti e nemmeno container.”

Confartigianato punta il dito contro una stortura del sistema italiano che vede le piccole imprese farsi carico del 49% degli oneri di sistema. Soluzioni possibili? Nuove agevolazioni e taglio delle componenti parafiscali che pesano sulle bollette.

comunicato stampa

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