In materia si sono registrate molte novità dal punto di vista delle regolamentazioni, le quali sono emerse negli ultimi due anni: possiamo, quindi, affermare che vi è stata una sorta di rinascita della cessione del quinto dello stipendio. Questa nuova fase è stata determinata dallo sviluppo delle tecnologie digitali, dalla concorrenzialità che si è venuta a creare con l’entrata diretta delle grandi banche nel mercato.
Come confermato dal Corriere.it, si possono registrare dei significativi aumenti relativi ai finanziamenti. Alla fine del 2020 si sono registrati 15,8 miliardi, mentre a fine settembre del 2021 l’importo è salito a 17,5 miliardi.
Banca d’Italia di recente ha intensificato la sua azione di supervisione e ha, inoltre, posto in essere una serie di verifiche atte a valutare tutti i rischi riconducibili a questa forma di credito. Il suo ruolo, inoltre, serve anche per certificare l’aderenza al quadro normativo di riferimento delle pratiche di mercato in atto.
Che cos'è la cessione del quinto dello stipendio
La cessione del quinto dello stipendio è un tipo di finanziamento, a cui viene applicato un tasso fisso. Questo prestito di natura personale può essere richiesto dai lavoratori dipendenti, sia pubblici sia privati. Il motivo per cui può avvenire questa tipologia di richiesta rientra in svariate motivazioni: dall’avere denaro liquido alla necessità personale di risolvere delle problematiche relative alla vita familiare e/o privata.
La cessione del quinto è, quindi, una sorta di prestito, il quale è previsto dalla normativa italiana. Facciamo riferimento alla legge 180/50 e alle successive modifiche, le quali fanno capo alla materia dei finanziamenti che vengono erogati mediante la cessione del quinto dello stipendio. La norma decreta che la rata massima che si può trattenere sullo stipendio è pari a un quinto dell’emolumento calcolato al netto delle ritenute e la durata massima del finanziamento è di 10 anni (120 mesi).
La situazione in Italia
In Italia è stato introdotto un nuovo quadro regolatorio, relativo a questo argomento. In base a esso sia le banche e sia le finanziarie possono realizzare dei prodotti più vicini al credito al consumo e più trasparenti. In materia è possibile trovare delle maggiori delucidazioni sul sito della Banca d’Italia, in particolare sugli Orientamenti di vigilanza (delibera 145 2018) del 30 marzo 2018 e nella sentenza Lexitor della Corte di Giustizia Europea del 2019: secondo questi recenti orientamenti possiamo evidenziare due cambiamenti importanti che hanno contribuito a dare maggiore trasparenza al prodotto.
La prima riguarda il rinnovo della cessione: nel caso avvenga, la commissione occorre versarla sulla variazione del montante non sull'intero capitale. Il consumatore, quindi, ha diritto a una riduzione del costo totale del credito: l’importo si identifica negli interessi spettanti per il lasso temporale residuo del contratto
L'estinzione anticipata del prestito è la seconda novità. Il titolare su di essa ha il diritto a vedersi restituito i costi sostenuti in via anticipata sia nella fase iniziale sia per la quota di finanziamento non ancora goduta.
Attualmente la cessione del quinto può essere proposta anche da gran parte degli istituti di credito, non solo dagli agenti specializzati: la conseguenza di questo nuovo scenario comporta una democratizzazione dei prezzi.
Perché la cessione del quinto è più conveniente?
La cessione del quinto dello stipendio è diventata, quindi, un finanziamento alquanto conveniente. Le importanti novità regolamentari l'hanno, infatti, portata a utilizzare una pratica più trasparente e con un minor rischio per le banche. Ciò ha fatto sì che diventasse un normale prodotto del credito al consumo.
Il processo di “normalizzazione” di questo prestito personale è dovuta, quindi, a una nuova disciplina giuridica, ma anche all’attuazione di sentenze europee. Ma non solo. Si deve evidenziare anche la posizione delle banche, la quale si presenta con una forza maggiore: gli istituti di credito, infatti, possono apportare dei miglioramenti alle condizioni per la clientela.
L'assorbimento del capitale delle banche per le cessioni del quinto, a partire dal mese di giugno del 2020, è sceso dal 75% al 35%. Dato che si equipara a quello dei classici prestiti personali. Questo cosa significa? La banca si trova a impegnare un minor capitale e, quindi, vi è un rischio minore e, di conseguenza, i tassi risultano essere più contenuti per i clienti.
La riduzione dei tassi è stata favorita anche da un altro elemento, ossia le grandi banche hanno fatto il loro ingresso diretto sul mercato della cessione del quinto. Questo mercato è stato sempre dominato dagli agenti specializzati, ma ora le cose sono cambiante
Lo sviluppo delle tecnologie digitali per l’analisi dei dati ha avuto una certa rilevanza, infatti grazie a questo ulteriore strumento i tempi di erogazione del finanziamento si sono ridotti: al momento sono vicini ai 30 giorni.
Se perdo il lavoro o vengo licenziato cosa succede al mio prestito?
I prestiti che vengono effettuati mediante cessione del quinto dello stipendio necessitano di un’assicurazione sulla vita. Essendo finanziamenti legati all'attività lavorativa, la banca o la finanziaria hanno necessità di un qualcosa che gli consenta di recuperare il credito concesso, in caso si verifichi la perdita del lavoro o di un licenziamento.
La finitezza della situazione lavorativa di un dipendente può, infatti, determinare la volontà o necessità di terminare l’attività lavorativo o l’azienda presso cui lavora può dichiarare fallimento. È per questa ragione che questa tipologia di finanziamento prevede tra le clausole la stipula di un’assicurazione sulla vita. quest’ultima serve per tutelare il datore di lavoro da possibili interruzioni. Nel caso in cui il dipendente smettesse di lavorare, l’azienda avrebbe la copertura per sanare il debito.
Vi è, inoltre, un’altra tipologia di garanzia a cui si può far riferimento, ovvero il trattamento di fine rapporto ( o più comunemente conosciuto come TFR): questo tipo di assicurazione serve per la copertura del prestito, in caso di un eventuale licenziamento del lavoratore, prima che l’intero debito sia estinto. Per cui quando si intende richiedere la cessione del quinto, è molto importante controllare l’ammontare del proprio tfr in busta paga.
Se il lavoratore licenziato riesce a trovare un nuovo impiego, dovrà saldare il debito che ha contratto con la compagnia assicurativa (mediante l’assicurazione denominata prestito perdita di lavoro) che ha pagato al posto suo le rate del finanziamento.
Se il dipendente viene allontanato dall’azienda, ovvero viene licenziato, per giusta causa si verifica un caso ancora diverso. La compagnia assicuratrice si può rifiutare di pagare l'indennizzo alla banca: il credito per essere registrato nelle passività sui bilanci deve pertanto essere messo in sofferenza.