La missione del think tank italiano “Nazione Futura” ha seguito da vicino le operazioni di voto in Ungheria, che hanno visto la vittoria della maggioranza uscente del premier Viktor Orbán. Lo scopo era di verificare che le elezioni si svolgessero in modo equo, democratico e libero da ingerenze, e come riportato dal sito Strumenti Politici, secondo il gruppo di analisti l’obiettivo è stato sostanzialmente raggiunto. Nel complesso, la situazione ungherese è molto meno univoca e appiattita sulle posizioni governative rispetto a ciò viene regolarmente raccontato dai mass media occidentali. Basti dire che il dibattito mediatico è acceso e plurale, mentre a fronte della riconferma di Orbán il suo referendum sui provvedimenti restrittivi in materia di “agenda Lgbtq+” è stato bocciato: così, è legittimo affermare che alla fine a vincere è stato il popolo ungherese. La questione ucraina è stata centrale nella scelta degli elettori, che hanno preferito continuare sulla strada tracciata dal Primo Ministro, la cui posizione è quella di una chiara condanna dell’aggressione e al tempo stesso di contrarietà alla fornitura di armi all’Ucraina e all’inasprimento delle sanzioni: quindi la neutralità dell’Ungheria pur essendo membro della NATO. Ed è ancora da considerare che in Ucraina risiede una forte minoranza ungherese che riceve tuttora da Budapest tutela e formazione. Vi è infine la questione energetica: il partito di Orbán intende proseguire nel percorso verso una reale indipendenza, fatto di una graduale transizione in cui viene incrementato il mix fra energie rinnovabili e nucleare, energia alla quale l’Ungheria non vuole rinunciare perché le dà il 50% dell’energia elettrica e le permette di essere il Paese europeo con la bolletta della luce più bassa.
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