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Economia e lavoro | 16 maggio 2022, 17:47

Coldiretti Torino in difesa degli allevamenti: "Basta demonizzazioni"

Il presidente Ettore Prandini da Cumiana: "Chiediamo di produrre energia pulita e concime organico con i reflui e vogliamo il giusto rispetto del benessere animale e delle norme sulla biosicurezza"

Coldiretti Torino in difesa degli allevamenti: "Basta demonizzazioni"

In Piemonte l’influenza aviaria è stata finora arginata anche perché la nostra è una delle regioni dove è più alta l’attenzione per la biosicurezza e per il benessere animale. Se n’è parlato nel convegno di oggi, organizzato da Coldiretti Torino con la collaborazione del Dipartimento di veterinaria dell’Università di Torino, dell’Ordine dei veterinari, di Unitalia e Ismea, nell’azienda avicola Cascina Felizia di Cumiana.

Al centro, la certificazione e il nuovo sistema di monitoraggio della salute negli allevamenti denominato “Classifarm”, già in vigore per gli allevamenti suini e bovini che entrerà in vigore il primo gennaio del 2023 anche per gli allevamenti di pollame. L’obiettivo è arginare sempre più i nuovi ceppi di virus che possono attaccare gli allevamenti e di abbattere l’antibiotico-resistenza con nuovi studi sui batteri che infettano i polli. Dal Dipartimento di veterinaria dell’Università di Torino a questo proposito arrivano nuove metodologie che individuano rapidamente nel DNA dei batteri se ci sono ceppi resistenti a determinati antibiotici in modo da colpire subito l’infezione con cure efficaci. Anche grazie a questi studi e alle pressioni dei consumatori ormai in oltre il 90% degli allevamenti di polli piemontesi si sta riscontrando un ritorno alla sensibilità dei batteri verso gli antibiotici, un risultato che pochissimi anni fa sembrava impensabile.

Il filo conduttore di allevamenti sani è, comunque, sempre, il rispetto delle norme sul benessere animale che sono al centro del monitoraggio Classifarm. Gli allevatori lo hanno capito e si stanno adeguando in tutto il Piemonte.

Il principio è che i polli devono vivere secondo le loro esigenze di specie in impianti ventilati, con l’aria filtrata, con la lettiera sempre pulita, mangimi e acqua ben distribuiti, adeguato spazio per muoversi, luce a cicli naturali, tutti accorgimenti ormai diffusi in Piemonte.

I lavori sono stati chiusi dal presidente di Coldiretti Torino, Ettore Prandini, che ha sottolineato come le vicende internazionali stiano dimostrando che nel settore agricolo occorra tornare a una sempre maggiore sovranità alimentare senza cedere sul fronte del rispetto dei consumatori e dell’ambiente. "Di fronte alla crisi che stiamo vivendo – ha detto Prandini – è sempre più strategico pensare a produrre più cibo nel nostro Paese ma con la condizione che si ponga fine alle pratiche sleali di chi non vuole riconoscere il giusto compenso ai nostri produttori che puntano sulla qualità. Lo stesso vale per l’Unione europea dove le regole del benessere animale e dei controlli devono valere per tutti".

Sugli allevamenti, Prandini ha anche chiesto che cessi la demonizzazione dei produttori di carne, latte e uova che vengono additati come i primi responsabili dell’inquinamento per non affrontare le responsabilità di altri settori economici. "Vogliamo che i reflui dei nostri allevamenti siano impiegati per produrre energia e concime organico tagliando la burocrazia energetica e senza cedere alle pressioni delle multinazionali che vogliono bloccare l’economia circolare".

Il Piemonte contribuisce in modo determinante all’autosufficienza nazionale nell’approvvigionamento della carne di pollo che rimane la carne più consumata e che è l’unica dove gli allevamenti nazionali sopperiscono interamente al fabbisogno interno. In Piemonte, infatti, ci sono 250 allevamenti di polli e 150 di galline ovaiole per un totale di circa 25 milioni di capi allevati ogni anno e un fatturato che supera i 200 milioni di euro.

 

comunicato stampa

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