Paesaggi, personaggi, ma sono soprattutto le donne le protagoniste della mostra che permette al pubblico di riscoprire dopo quattro anni, parte della Collezione ottocentesca della Gam. Una proposta che si concentra sul contemporaneo dell’epoca compresa tra l’Unità d’Italia e l’inizio del ‘900 in occasione dei 160 anni dalla nascita della Gam.
Otto sezioni
“È un Ottocento in cui tutto inizia, le nostre radici sono tutte lì”, spiegano i curatori Virginia Bertone e Riccardo Passoni. Otto sezioni con 61 opere che raccontano il contesto artistico e culturale torinese con protagonisti due filoni in particolare: quello paesaggistico e quello della condizione femminile.
"L'adultera" di Mosso, morto a 29 anni
Quest’ultimo particolarmente evidente in opere come “Triste madre” di Evangelina Alciati. Dal forte impatto emotivo, racconta tutto il dramma, purtroppo ancora attuale, di una maternità vissuta in condizioni di estrema povertà. È ancora nell’opera “L’adultera” di Francesco Mosso, mancato all’età di soli 29 anni. Qui il “dramma moderno” di una giovane vittima di violenza del marito è raccontato attraverso lo sguardo carico di terrore della donna, un quadro conturbante, fotografia di un femminicidio e che all’epoca fu oggetto di molte critiche.
Gli imperdibili
Tra le altre opere alcune imperdibili, come “Sirena” di Giulio Aristide Sartorio, “Lo specchio della vita” di Pellizza da Volpedo, ma anche “L’edera” di Tranquillo Cremona, “Dopo il duello” di Antonio Mancini, “Ecco Gerusalemme” di Enrico Gamba, “Nobili in viaggio” di Francesco Gonin, che proprio grazie alle ricerche per la mostra ha rivelato il suo vero titolo “La guida. Studio di castagni dal vero”.
Le sale "torinesi"
Tre le sale dedicate ai protagonisti di questo momento artistico torinese: Andrea Gastaldi, Antonio Fontanesi e Giacomo Grosso. Tre pittori che hanno forse più influito tutti insegnati dell’Accademia di belle arti di Torino. Andrea Gastaldi attraverso i ritratti di personaggi racconta momenti storici come quello dedicato all’eroe Pietro Micca. Giacomo Grosso, con alla sua attenzione ai ritratti (e ai nudi) femminili, mette olio su tela la borghesia torinese ottocentesca. Infine, Antonio Fontanesi che con i suoi paesaggi a tratti spettrali a tratti luminosi, riporta tutto il romanticismo della natura.
Per info è possibile consultare il sito della Gam.