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Economia e lavoro | 22 novembre 2022, 07:00

Qual è la funzione di un paraurti posteriore?

Possiamo asserire con certezza che l’invenzione dell’automobile ha rivoluzionato il mondo

Qual è la funzione di un paraurti posteriore?

Possiamo asserire con certezza che l’invenzione dell’automobile ha rivoluzionato il mondo.

Da quando fu inventata sono cambiati per sempre il modo di viaggiare, il mondo del lavoro e quello dello svago, è indubbio infatti che l’automobile sia in grado di fornire a chi la utilizza per muoversi, una libertà individuale unica ed un risparmio di tempo per gli spostamenti impensabile fino al diciannovesimo secolo, basti pensare che per percorrere dieci chilometri a bordo di una carrozza trainata da cavalli, fino alla metà del 1800 era necessaria almeno un’ora, con l’automobile invece, se si considera la velocità media in centro urbano ovvero 50 chilometri orari, si ricopre la stessa distanza in circa 12 minuti. Va da sé che questo enorme risparmio di tempo ha sicuramente segnato un decisivo cambiamento nella vita di tutti i giorni. Ad esempio il mondo del lavoro ha subito delle modifiche sostanziali con l’avvento delle automobili, grazie alla libertà di movimento personale, infatti, le persone non sono più state costrette a lavorare nelle vicinanze della propria abitazione, dovendosi quindi accontentare di un range limitato di possibilità, al contrario, riuscendo a coprire grandi distanze in tempi brevi, ci si è ritrovati a poter cogliere opportunità inaccessibili fino a qualche anno prima.

L’avvento delle autovetture ha inciso in maniera significativa anche nel mondo dello svago.

La gita fuori porta nel tempo libero è infatti un rito entrato a far parte delle vite di tutti noi. Prima dell’avvento dell’automobile sarebbe stato impensabile affrontare un viaggio con andata e ritorno in giornata per il semplice gusto di viaggiare e scoprire luoghi nuovi e fino ad allora lontani dalla propria città di residenza.

Possiamo quindi affermare con certezza che, per tutta l’umanità, c’è stato un prima e un dopo l’invenzione dell’automobile.

La prima automobile della storia

Fu Karl Benz nel 1886 a presentare il primo brevetto di un’automobile, la Patent Motorwagen, ovvero la capostipite di tutte le autovetture esistenti al mondo oggi. L’intuizione di Benz, come spesso accade, dipese molto anche dal contesto storico in cui si trovò ad agire. Dieci anni prima del suo brevetto infatti, Nikolaus August Otto presentò il primo motore a combustione interna della storia, che divenne ovviamente parte imprescindibile del progetto presentato da Benz. Il propulsore in dotazione alla prima autovettura della storia era in possesso  di un solo cilindro orizzontale, 577 centimetri cubici di cilindrata e una potenza di 3 quarti di cavallo. Un telaio formato da tubi di acciaio ne componeva invece la struttura, le ruote erano composte da raggi metallici e l’impianto frenante utilizzato era in pratica quello all’epoca montato sulle carrozze trainate da cavalli. La velocità massima che l’antenata comune di tutte le automobili oggi in circolazione era in grado di raggiungere era di soli 19 chilometri orari.

A seguito del grande successo conseguito da questa prima autovettura, Benz fondò la sua azienda, la Benz & Cie che con il passare degli anni ha poi cambiato il proprio nome in Mercedes Benz, che è il nome con cui ancora oggi conosciamo uno dei più affidabili marchi del panorama mondiale dell’automotive.

Il paraurti posteriore

Dal 1886 ad oggi le aziende automobilistiche non hanno mai smesso di sviluppare le oltre mille e cinquecento  componenti che assemblate nel giusto ordine tra di loro vanno a comporre un’ autovettura.

Una di queste componenti è il paraurti posteriore, che nacque dall’esigenza di proteggere le parti metalliche e delicate dell’abitacolo dai contatti con oggetti o altre vetture. Il funzionamento di un paraurti è semplice ed intuitivo ma non per questo banale. Dietro ad un paraurti efficace, infatti, vi è un’accurata scelta dei migliori materiali in grado di essere allo stesso tempo leggeri e resistenti allo scopo di assorbire gli urti subiti dall’auto a basse velocità.

Nel subire l’urto, il paraurti è studiato appositamente per deformarsi, la deformazione può essere di due tipi :

-elastica, ovvero reversibile

-plastica, ovvero irreversibile

Le resine, sono il materiale che meglio si presta alla funzione di assorbimento degli urti oltre ad avere un peso piuttosto ridotto, pertanto la maggior parte dei paraurti in commercio sono composti da una miscela di plastiche e resine.

I paraurti sono progettati per concentrare le forze di un impatto a basse velocità su se stesso, proteggendo così la struttura dell’abitacolo ed i passeggeri all’interno di esso.

Il paraurti posteriore, nello specifico, risulta essere quello più frequentemente danneggiato in seguito ad uno scontro con un altro veicolo.

Appare quindi evidente che in caso di urto anche a bassa velocità, il paraurti posteriore subisca danni piuttosto seri.

A volte in seguito ad un urto può essere sufficiente riverniciare il paraurti, utilizzando una vernice dello stesso colore della carrozzeria. È comunque consigliabile però far controllare lo stato di salute del paraurti da un professionista, in quanto aldilà del lato estetico è fondamentale che conservi le proprietà elastiche in grado di garantire la protezione dell’abitacolo. Qualora la sostituzione si rivelasse l’unica strada percorribile, potreste trovare un Paraurti posteriori usato qui.

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