“Monetizzavano le polveri di amianto che respiravamo all’interno del reparto, questo dopo un accordo tra sindacati e azienda. Non sapevano che stavano comprando la nostra salute”. È la denuncia di un manutentore elettrico che ha lavorato per 24 anni a contatto con l’asbesto nella ex Italsider, ora Ilva, a Taranto, ma anche a Genova e a San Giovanni Valdarno.
Pietro Scialpi, 80 anni, nato a Crispiano in provincia di Taranto, ora vive a Sesto Fiorentino. “Poiché nessuno resisteva più di un mese nel nostro reparto per via delle polveri, – spiega - ci davano 18mila lire in più, su uno stipendio che all’epoca era di 140mila lire”.
La storia di Pietro Scialpi è quella di tantissimi operai che, come lui, avevano creduto di trovare un lavoro dignitoso, la possibilità di vivere serenamente con le loro famiglie. Che per questo erano stati anche disposti a trasferirsi, per poi trovarsi a fare i conti con un killer spietato. “Io sono ancora vivo – dichiara Scialpi che a gennaio ha compiuto 80 anni – ma dal 2004, quando mi hanno diagnosticato le placche pleuriche, ho una spada di Damocle sulla testa”.
Nel 2006 i medici gli hanno diagnosticato anche un cancro alla prostata. Un tumore, però, non riconosciuto dall’INAIL come asbesto correlato. Rientrano, invece, nelle tabelle INAIL il mesotelioma e il tumore del polmone. Ma anche quello alla laringe, alla faringe, alle ovaie e al colon. L’80enne, quindi, ha dovuto combattere da solo, senza neanche un risarcimento che avrebbe potuto renderlo più sereno. La causa intentata contro l’INAIL l’ha persa. “Ho conosciuto l’avvocato Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, soltanto dopo e ho scoperto che il Prof. Giancarlo Ugazio, esperto dell’Ona, sostiene che anche il mio tumore possa essere causato dall’amianto. Da quel momento ho fatto mia la battaglia dell’Ona e lavoro al fianco dell’associazione perché anche per chi ha lavorato in un’azienda a partecipazione statale possa essere riconosciuto vittima del dovere. Abbiamo dato il sangue per l’Italia, ogni giorno, anzi… ogni nostro respiro”.
Scialpi ha ottenuto nel 1994 il prepensionamento per lavori usuranti. Soltanto nel 2008, con la patologia delle placche pleuriche, l’INAIL lo ha risarcito con circa 6mila euro. “Una cifra che è offensiva e umiliante per la dignità di chi tanto ha fatto per il proprio Paese. Ho scritto al presidente della Repubblica Napolitano nel 2012. Nel 2015 mi sono appellato a Mattarella, perché le nostre sofferenze siano finalmente ascoltate. L’INAIL deve aggiornare le tabelle delle patologie asbesto correlate, perché sono molte di più rispetto a quelle indicate e tante vittime dell’amianto ancora non riescono ad ottenere giustizia”.