Il finanziere Antonio Dal Cin che ha fatto della battaglia all’amianto la sua ragione di vita, dopo essersi ammalato di asbestosi, ha deciso ora di donare il suo corpo alla scienza. Una decisione presa “per il bene dell’umanità”, ci ha detto, perché è stato privato, a causa dell’asbesto, anche del diritto di donare il sangue e gli organi, una volta passato a miglior vita. Dal Cin ha servito il suo Paese e, purtroppo, ha contratto l’asbestosi a causa dell’amianto respirato nei luoghi di lavoro. Nonostante un’invalidità riconosciuta del 50% ha dovuto intraprendere un lungo percorso giudiziario, assistito dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, per ottenere un risarcimento. Dopo la condanna del ministero della Difesa a concedere quanto dovuto e a riconoscergli lo status di vittima del dovere ha maturato questa importante scelta. Ha sofferto molto a causa della malattia e, forse, ancora di più a livello psicologico per la consapevolezza che potrebbe trasformarsi in una patologia ancora più grave. Ha visto tanti colleghi morire a causa dell’amianto e vuole dare il suo contributo affinché questo non accada più. Spera che la ricerca possa alleviare le sofferenze causate dalle patologie asbesto correlate, nella consapevolezza che i danni dell’amianto continueranno a manifestarsi ancora per decenni.
“Le mie condizioni di salute, – ha scritto pochi giorni fa al presidente Ona - destinate inevitabilmente a peggiorare, e per cui sono costretto ad assumere numerosi farmaci salvavita, non mi consentono di poter donare il sangue, come tanto avrei desiderato, e neanche gli organi in caso di morte. Ma questa condizione non mi impedisce di donare il mio corpo alla scienza per il bene dell'umanità, per la ricerca e la cura delle patologie da amianto, con conseguente accesso alla mia documentazione clinica. In vita, mi rendo disponibile al fine di esperire attività di ricerca e sperimentazione, anche attraverso cure farmacologiche sperimentali per il trattamento dell'asbestosi, il controllo ed il monitoraggio di questa grave malattia, che quasi sempre evolve nel mesotelioma pleurico e/o in altre neoplasie ad esito infausto”. “Sono sicuro – ha aggiunto consapevole che la sua scelta tocchi anche la sua famiglia - che mia moglie e i miei figli oggi minorenni, comprenderanno il mio gesto in nome del bene sacro della vita”. Dal Cin invita tutti quelli che possono a donare il sangue e anche a manifestare la loro volontà di donare, un giorno, gli organi. “Il mio è un segnale forte, rivolto a tutte le persone che possono donare. Anche gli organi: una scelta talvolta difficile da compiere, quando non è stata manifestata in vita la volontà da parte del paziente”.
Consapevole della necessità della ricerca per raggiungere risultati nel campo medico si dice pure “disponibile come spunto di studio da parte dei medici dell'Ona aps, tra cui il Dott. Pasquale Montilla per terapia chelante, disintossicante, avendo il marcatore tumorale Antigene carcinoembrionario (CEA) sempre elevato”. Si tratta di una proteina fisiologicamente presente in alcuni tessuti del feto, la cui concentrazione diminuisce fino a livelli molto bassi dopo la nascita. Negli adulti i livelli ematici di CEA sono ridotti, ma possono aumentare nei soggetti affetti da alcuni tipi di cancro. È quindi un marcatore tumorale che, inizialmente, era considerato specifico per il cancro del colon. Tuttavia, successivamente è stato dimostrato che il suo aumento può verificarsi in vari tipi di tumore. Inoltre, il CEA può risultare aumentato in alcune condizioni cliniche non cancerogene.
Dal Cin è intenzionato a scrivere il suo testamento biologico e a depositarlo presso un notaio, come prevede la legge per questo tipo di scelta. In alternativa, la propria volontà va presentata in uno dei Comuni che già hanno un registro al riguardo. Il finanziere di Sabaudia ha sempre sostenuto di voler lottare contro l’amianto, e per ottenere i suoi diritti, fino all’ultimo respiro. Ora guarda più in là, per il bene di tutti.