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Economia e lavoro | 02 maggio 2023, 08:19

Il 2023 inizia in salita per le imprese piemontesi, oltre l'8% di chiusure nel primo trimestre dell'anno

I numeri forniti da Unioncamere: 531 società di capitale in più e 1.682 imprese individuali in meno

foto di archivio

Il 2023 inizia in salita per le imprese piemontesi, oltre l'8% di chiusure nel primo trimestre

Il primo trimestre dell’anno ha evidenziato una sostanziale stabilità delle iscrizioni al Registro delle Imprese delle Camere di commercio piemontesi rispetto ai primi tre mesi del 2022, mentre le chiusure hanno mostrato un sensibile aumento: il saldo è apparso conseguentemente negativo per circa 2mila unità.

Dall’analisi puntuale dei dati emerge, infatti, come nel periodo gennaio-marzo 2023, siano nate in Piemonte 7.749 imprese, 25 aziende in meno rispetto al I trimestre 2022. Le cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio) si sono attestate a 9.387 contro le 8.021 del I trimestre 2022. Il saldo è risultato negativo per 2.062 unità.

Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine marzo 2023 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta quindi a 423.811 realtà imprenditoriali.

 

 

“I dati dei primi tre mesi dell’anno ci parlano di un Piemonte in affanno, in tutte le province e nei principali settori economici. Escludendo le società di capitale che possono vantare una struttura aziendale più robusta, tutte le altre forme giuridiche d’impresa non raggiungono tassi positivi di crescita. Statisticamente, comunque, in questo trimestre, si presentano in modo regolare saldi negativi: a fine anno si concentrano, infatti, la maggior parte delle cessazioni di attività, il cui riflesso si registra nel Registro imprese delle Camere di commercio nelle prime settimane del nuovo anno. Il sistema produttivo ha bisogno di misure efficaci, tese a innescare un nuovo percorso di crescita fatto di digitalizzazione e trasformazione green. Su questi temi stiamo già lavorando con le istituzioni del territorio” commenta Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.

 

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita negativopari al -0,38%, dato lievemente peggiore sia rispetto a quanto registrato a livello nazionale (-0,12%) nel trimestre in esame, sia nei confronti del risultato piemontese del I trimestre 2022 (-0,20%). Va tuttavia sottolineato come il I trimestre dell’anno mostri tradizionalmente una dinamica negativa a causa del concentrarsi, in tale periodo, della registrazione delle cessazioni avvenute alla fine dell’anno precedente.

La debole contrazione evidenziata dal tessuto imprenditoriale regionale risulta il frutto di variazioni negative di lieve entità segnate in tutte le realtà provinciali.

Biella (-0,76%) e Asti (-0,60%) mostrano i dati peggiori, seguite da Vercelli e Alessandria (entrambe con un tasso del -0,53%)Cuneo e Torino, con un risultato pari al -0,35%, segnano un tasso di crescita in linea con quello medio regionale. Verbania (-0,21%) e Novara (-0,17%) registrano le performance meno negative tra le province piemontesi in questi primi tre mesi del 2023.

 

Tra le forme giuridiche, il segmento più dinamico del tessuto imprenditoriale piemontese continua a essere quello delle società di capitale, che mostrano un tasso di crescita del +0,54% e raggiungono un peso pari al 20,9% del totale delle aziende con sede legale in Piemonte. Negativo (-0,74%) il risultato evidenziato dalle società di persone, che esercitano un’incidenza sul totale del tessuto imprenditoriale del 21,0%. Chiudono il primo trimestre del 2023 con il segno meno anche le ditte individuali (-0,58%), che comprendono il 55,9% del totale delle aziende, e le altre forme (-0,72%).

 

Nei primi tre mesi dell’anno solo gli altri servizi (+0,05%) e le costruzioni (-0,06%) hanno mostrato una tenuta del tessuto imprenditoriale. Tutti gli altri comparti hanno accusato cali superiori alla media regionale. In particolare il turismo ha segnato una flessione dello 0,59%, l’industria in senso stretto ha registrato un tasso di crescita del -0,63% e il commercio si è attestato al -0,78%. L’agricoltura, infine, con un tasso del -1,23% ha evidenziato il risultato peggiore nel trimestre in esame.

redazione

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