Verso la riapertura il pronto soccorso dell'ospedale di Cuorgnè. Ma tra gli addetti ai lavori non mancano le perplessità. Come quelle che espone Nursind, per voce del suo segretario torinese, Giuseppe Summa.
"Bisogna chiarire che riaprire il servizio del pronto soccorso non si può limitare solo ad aggiungere il turno notturno al personale attuale come molti pensano, ma è necessario cambiare l'intera organizzazione. Se così non fosse, riaprire in un periodo di iperafflusso dei pronto soccorso legati alla stagione invernale e subito dopo le vacanze con le note criticità della medicina territoriale, sarebbe quantomeno azzardato".
Sulla valutazione pesa il picco influenzale, previsto tra dicembre e gennaio. "Attualmente i pronto soccorso sono già in affanno, la situazione non potrà che peggiorare sicuramente e di questo va tenuto conto innanzitutto.
Snocciolando i numeri invece, gli infermieri presenti prima della chiusura del PS di Cuorgnè erano 16, mentre oggi con il PPI sono 8". Ciò significa, secondo i sindacati, dover assumere altri 8 infermieri. "Ci sono? Saranno frutto di mobilità interna? Saranno reclutati attraverso assunzioni in origine destinate ad altri servizi e ospedali?".
Personale cui andrebbero aggiunti anche gli OSS e il potenziamento del personale di laboratorio e radiologia per il servizio di pronta disponibilità notturna. "In assenza di nuove risorse e a queste condizioni, siamo di fronte al palese rischio che con la riapertura del Pronto Soccorso di Cuorgnè, non solo non riusciremo a potenziare i servizi, ma nemmeno a garantire il turn-over o sostituire parzialmente le numerose assenze per maternità ( circa 60 al momento)". "Pertanto - conclude Summa -, va bene riaprire il Pronto Soccorso, ci mancherebbe, ma con condizioni di sicurezza, di risorse umane ed economiche necessarie. Senza dimenticare che in assenza di risposte sul territorio che tardano ad arrivare, i PS saranno di nuovo presi d' assalto proprio come in questi ultimi giorni".
Tema su cui si è pronunciata anche Daniela Ruffino, parlamentare di Azione. "La notizia della riapertura del Pronto soccorso di Cuorgnè è sicuramente un bel segnale che si dà alla popolazione. Senza però un organico adeguato nel servizio infermieristico si rischia di aggiungere disagi a quelli fin qui sperimentati. La riapertura h24 del Pronto soccorso territoriale in un’area riconosciuta disagiata non può essere improvvisata".