Nonostante la pausa della stretta monetaria (nella riunione dei giorni scorsi il Consiglio direttivo della BCE non ha modificato i tassi di riferimento), il caro tassi sui prestiti alle imprese, arrivato ad un aumento di 403 punti base a novembre 2023 rispetto a giugno 2022 mese precedente all’avvio della stretta monetaria, contribuisce a frenare gli investimenti in macchinari, che segnano una flessione dell’1,9% nel terzo trimestre 2023. Gli ultimi dati disponibili sulla dinamica del credito per dimensione d’impresa indicano a settembre 2023 per i prestiti alle piccole imprese fino a 20 addetti, una flessione in Piemonte: -7,7%, (in Italia la media è di -7,6%) e uguale rispetto al -7,7%% del totale imprese sempre in Piemonte”. La preoccupazione è di Dino De Santis, Presidente di ConfartigianaTo.
“Il prolungarsi della stretta sui tassi e la conseguente flessione dei prestiti alle imprese, – sottolinea De Santis – stanno mettendo a dura prova la propensione agli investimenti delle aziende che spesso dipendono dai finanziamenti per sostenere progetti innovativi o per affrontare le sfide del mercato. Auspichiamo che si possa trovare al più presto un giusto equilibrio tra la ricerca della stabilità monetaria, lotta all’inflazione e la promozione di un ambiente favorevole agli investimenti imprenditoriali, in modo da favorire una ripresa economica sostenibile”.
“Un aiuto - prosegue De Santis - speriamo arrivi dalla nuova disciplina del Fondo di garanzia per le PMI - entrata in vigore il 1° gennaio 2024-, volta a facilitare l’accesso al credito da parte delle piccole imprese. Le nuove regole aumentano il plafond disponibile per ogni impresa, ampliano la platea di chi può accedere alla garanzia, introducono gratuità per le micro imprese e definiscono nuove percentuali di copertura”.
“Ora – conclude De Santis – bisogna utilizzare questo anno di vigenza della riforma per affinarne il funzionamento, rafforzare l’approccio inclusivo che ha caratterizzato finora l’interlocuzione con il Ministero con la rapida costituzione del nuovo Comitato consultivo che vede il coinvolgimento delle organizzazioni di rappresentanza delle imprese”.
Focalizzando l’attenzione sulle principali regioni per ammontare di prestiti alle piccole imprese, si rilevano flessioni inferiori alla media per Lazio con -4,7% (vs. -13,6% totale imprese, unico caso tra queste regioni in cui le piccole imprese segnano un calo più contenuto del totale imprese ed anche nettamente), Provincia Autonoma di Bolzano con -4,9% (vs. -3,5% totale imprese), Campania con -5,5% (vs. -0,5% totale imprese), Sicilia con -5,6% (vs. -2,4% totale imprese), Puglia con -6,2% (vs. -2,3% totale imprese) e Toscana con -7,0% (vs. -4,0% totale imprese). Il calo dei prestiti alle piccole imprese è più deciso in Veneto con il -9,7% (vs. –5,9% totale imprese), seguito dalle Marche con il -9,4% (vs. -7,4% totale imprese), dalla Lombardia con il -9,0% (vs. -6,1% totale imprese), dall’Emilia-Romagna con il -8,9% (vs. -5,8% totale imprese) e dal Piemonte con il -7,7% (vs. -7,7% totale imprese).














