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Scuola e formazione | 26 marzo 2024, 18:50

Scontri all'Università di Torino, la posizione dell'ateneo: “Democrazia garantita, ma l'ordine pubblico non spetta a noi”

Il delegato del rettore per i rapporti con gli studenti Cristopher Cepernich su collettivi e Fuan: “Si tratta di gruppi identitari e di minoranza, le tensioni sono funzionali a entrambi”

Scontri all'Università di Torino, la posizione dell'ateneo: “Democrazia garantita, ma l'ordine pubblico non spetta a noi”

All'Università di Torino la democrazia è garantita, ma l'ordine pubblico non spetta a noi”: a esprimersi in questo modo, sugli scontri degli ultimi anni tra collettivi di sinistra e all'organizzazione studentesca di estrema destra Fuan, è il delegato del rettore per i rapporti con gli studenti Cristopher Cepernich.

La posizione dell'ateneo

Cepernich è intervenuto durante una seduta congiunta della Conferenza dei Capigruppo e della Commissione Legalità e Diritti delle Persone Private della Libertà Personale del Consiglio Comunale, illustrando la posizione dell'ateneo alla luce di due mozioni presentate dai capigruppo Crosetto e Viale per denunciare le "censure" subite dagli esponenti del Fuan in alcune sedi universitarie: “Rassicuriamo tutti - ha precisato – sugli sforzi che facciamo quotidianamente per far sì che tutti possano esprimersi allo stesso modo e secondo gli stessi principi democratici. Detto questo, l'Università non ha il compito di gestire l'ordine pubblico perché non ha né le competenze, né gli strumenti per farlo. Al rettore si attribuiscono troppo spesso responsabilità inquietanti, mentre a stabilire la necessità di un intervento sono le forze dell'ordine”.

Secondo il sociologo, la situazione va però analizzata in modo più approfondito: “In alcune sedi - ha proseguito – come Palazzo Nuovo e Campus Einaudi esistono tradizionalmente delle asimmetrie tra i due schieramentima oggi ci troviamo di fronte a parti politiche diventate fortemente identitarie e di minoranza che si sono radicalizzate non solo per cercare visibilità, ma anche consenso tra gli altri studenti seguendo vecchi schemi; le tensioni, a proposito, sono funzionali ad entrambi gli schieramenti e portano a una strategia win-win. Pur non sottovalutando il problema, riteniamo si debba fare meno drammaturgia dando la giusta dimensione alle cose: stiamo parlando di rappresentanze capaci di muovere non più del 15% della popolazione universitaria solo grazie al voto online”.

L'iscrizione del Fuan all'albo delle organizzazioni universitarie

A fine intervento, Cepernich ha anche sgomberato il campo riguardo l'iscrizione del Fuan all'albo delle organizzazioni universitarie riconosciute, ponendo però dei paletti per il futuro: “La commissione incaricata – ha concluso - aveva deciso di non iscrivere il Fuan all'albo provvisorio a causa della questione degli adesivi omotransfobici. Dopo il ricorso, e in seguito alla valutazione di nuovi elementi, l'appello ha stabilito che il fatto non potesse essere riconducibile a persone appartenenti all'organizzazione, ammettendola all'albo finale. A stabilire le condizioni per l'inclusione c'è un regolamento che, oltre ad esigere il rispetto dei principi democratici, richiede di essere antirazzisti, antisessisti e antifascisti; lo stesso, dalle prossime iscrizioni, dovrà anche essere firmato".

Marco Berton

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