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Attualità | 09 maggio 2024, 17:28

Salone del Libro, cresce l'attesa per Salman Rushdie: "Tornare in Italia è una vittoria, si chiude un cerchio"

Il famoso scrittore sarà il grande protagonista della seconda giornata. Sul contenzioso tra Saviano e Meloni: “I politici dovrebbero avere la pelle più dura. Le consiglierei di essere meno infantile”

Salman Rushdie atteso protagonista domani al Salone del libro

Salman Rushdie atteso protagonista domani al Salone del libro

Ho sentito del contezioso tra Roberto Saviano e Giorgia Meloni. A mio rischio e pericolo dico che i politici dovrebbero farsi la pelle un po’ più dura. Un politico ha molta autorità. È normale che qualcuno dal pubblico ne parli magari male. Consiglierei a Giorgia Meloni di essere meno infantile e la inviterei a crescere”: così lo scrittore indiano Salman Rushdie durante la conferenza stampa che ha tenuto il giorno prima del suo incontro con Roberto Saviano al Salone del Libro

Knife, meditazioni dopo un tentato assassinio” è il titolo del suo ultimo libro pubblicato dopo essere stato aggredito nel 2022. Nonostante questo ultimo feroce episodio di violenza e la fatwa emessa da Khomeini nel 1989, Rushdie ha trovato la forza per tornare a scrivere. “È stato doloroso vedere che dopo la fatwa c’erano scrittori che non hanno preso le mie parti. Questo perché erano persone che conoscevo e e che reputavo miei amici. Dopo l’attacco ho ricevuto più sostegno. Oggi molti scrittori si sentono esattamente come mi sento io. Molti sono minacciati. Ma dobbiamo cercare di andare avanti  e dire le cose dobbiamo dire”. 

Ci sono voluti sei mesi a Rushdie per tornare a scrivere. “Mi sono chiesto e adesso cosa faccio. Poi è stato come con un interruttore, mi sono seduto, ho provato a scrivere e dirmi vediamo cosa succede. L’attacco è stato un tentativo di mettermi a tacere. Ma adesso c’è molto più interesse in quello che ho da dire. Preferirei non essere pugnalato 15 volte, ma sì, ne è valsa la pena. Certo tornerei al mondo che vivevo prima di questo attentato”. 

Il libro racconta dell’attento e dei mesi successivi. “Credo che un modo che mi ha spinto a scrivere questo libro era di riguadagnare la forza che gli altri volevano che perdessi. Volevo condurre la narrazione. Questa è la mia storia e voglio raccontarla così. Ho cercato di capire le motivazioni di questi attacco da parte di questo giovane. Non sapeva quasi niente di me. Aveva la fedina penale pulita, era solo un giovane del New Jersey. Nel libro cerco di capire anche le sue motivazioni”.  

Per Rushdie quella al Salone del Libro di Torino non è la prima volta in Italia. “Tornare è una sorta di vittoria. Eravamo qui un mese prima dell’attentato. Erano appena trascorsi gli anni dell’isolamento. Per noi era bello riuscire a tornare in un paese come l’Italia. Oggi è la chiusura del cerchio”.

E riguardo alla paura di tornare davanti al pubblico non ha dubbi: “Bisogna essere più cauti affinché non ce ne sia un altro (di attacco, ndr). Il prestare attenzione non vuol dire avere paura. Voglio andare avanti con la mia vita”.

Chiara Gallo

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