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Eventi | 02 maggio 2024, 10:00

Domenica il maestro Enrico Dindo in concerto all'Unione Musicale

Appuntamento alle 16.30 al Teatro Vittoria

Enrico Dindo

Enrico Dindo

Il concerto di domenica 5 maggio 2024 (Torino, Teatro Vittoria - ore 16.30) segna l’atteso ritorno all’Unione Musicale del maestro Enrico Dindo, che si esibirà come solista e direttore dell’Orchestra da Camera Accademia, ensemble composto da giovani provenienti da tutta Italia e da vari paesi europei che costituisce parte integrante del percorso formativo di alto perfezionamento dell’Accademia di Musica di Pinerolo, tra le più rinomate istituzioni italiane di alta formazione.

Tra gli obiettivi dell’Orchestra Accademia c’è la realizzazione di concerti che coinvolgono prime parti di importanti orchestre e solisti di profilo internazionale a partire dalle fasi di preparazione e di studio del programma.

 

Per il concerto di Torino l’ensemble ha lavorato sotto la guida di Enrico Dindo, violoncellista torinese attivo come solista, camerista, direttore d’orchestra e didatta da sempre molto attento alle giovani generazioni.

Dindo è un “vecchio amico” dell’Unione Musicale, che lo ha chiamato per la prima volta sul suo palcoscenico nel 1994, cioè poco prima della vittoria del primo premio al Concorso Rostropovich di Parigi, che avrebbe dato alla sua carriera una straordinaria proiezione internazionale. Da allora Dindo ha collaborato con orchestre e direttori prestigiosi, come Yutaka Sado, Valerij Gergiev e Riccardo Muti, tornando periodicamente a suonare per l’Unione Musicale dove si è esibito 27 volte.

 

Per l’Orchestra da Camera Accademia Dindo ha immaginato un programma che rende omaggio a due giganti del panorama tardo romantico – Antonìn Dvořák e Pëtr Il'ič Čajkovskij – e ha curato una versione del Rondo in sol minore op. 94 di Dvořák in cui il violoncello solista è accompagnato dagli archi. Il brano, basato su una melodia popolare boema, sprigiona energia e gaiezza. Venne composto nel 1891 per Hanuš Wihan, il violoncellista virtuoso a cui qualche anno più tardi lo stesso Dvořák avrebbe dedicato il suo celebre Concerto n. 2 per violoncello.

Al 1876 risalgono invece le Variazioni su un tema rococò di Čajkovskij, scritte su commissione di un collega del Conservatorio di Mosca, il violoncellista Wilhelm Fitzenhagen. Il compositore infonde in queste pagine tutto il suo amore per Mozart e per il Settecento, con un tema lento e pieno di grazia che viene rielaborato in sette variazioni. Con l’approvazione dell’autore, la parte del violoncello fu rivista da Fitzenhagen, che aggiunse dei passaggi brillanti.

Anche la Serenata per archi del 1881 è associata all’ambito del Conservatorio, poiché Čajkovskij la dedicò a Konstantin Albrecht violoncellista e factotum dell’istituzione. Si tratta di un pezzo di struggente bellezza, in cui l’autore dispiega tutto il suo talento melodico e la sua abilità come compositore di balletti, che qui rifulge nel walzer del secondo movimento. Čajkovskij era particolarmente affezionato alla Serenata, di cui diceva: «Viene dal cuore e quindi, oso dire, non gli manca valore artistico».

comunicato stampa

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