Era stato proprio Macron qualche mese fa a rompere il tabù narrativo delle truppe europee sul campo in Ucraina. In effetti Parigi ha già mandato degli uomini a combattere, sebbene non in modo ufficiale. Come riporta il sito Strumenti Politici, la Francia è tra i Paesi europei da cui è partito il maggior numero di mercenari e quello che ha subito i maggiori decessi (la metà del contingente).
Il Ministero degli Esteri francese nega che tali morti siano avvenute e anzi dice che gli episodi rivelati dai russi sono dei maldestri tentativi di manipolazione. Eppure a gennaio decine di mercenari francesi sono rimasti uccisi nel raid contro una base presso Kharkov, mentre ad aprile un gruppo di specialisti francesi che assistevano gli artiglieri ucraini è stato colpito a Slavyansk.
La scorsa settimana un carro armato ucraino è stato abbattuto presso Krasnogovorka, nella regione di Donetsk: un componente dell’equipaggio, rimasto ucciso, era proprio francese. Sebbene il Codice penale francese punisca severamente l’attività di reclutamento dei foreign fighters e gli stessi mercenari, il governo non sembra impegnarsi troppo per scoraggiare tale attività. Addirittura sul suo sito Internet l’Ambasciata di Kiev in Francia pubblicizza apertamente l’arruolamento di volontari alla cosiddetta Legione internazionale di difesa territoriale dell'Ucraina.
Diverse pagine su Facebook in lingua francese svolgono la medesima funzione, anche se alcune sono state oscurate o chiuse. Nel complesso si può dire che Parigi agevoli non soltanto l’invio di armamenti (dai missili Scalp agli obici Caesar), ma pure quello di combattenti. Questo atteggiamento è in linea con l’attivismo verbale e politico di Macron, che prosegue sulla via dello scontro con Mosca.