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Politica | 17 settembre 2024, 19:44

Autonomia differenziata, il Consiglio Regionale del Piemonte dice "no" al Referendum

La proposta era arrivata dal primo firmatario Domenico Rossi (Pd). L'assessore Bussalino ha chiarito che l’iter della legge sta andando avanti nel solco della legalità

L'assessore Enrico Bussalino

L'assessore Enrico Bussalino

Il Consiglio regionale ha respinto a maggioranza la richiesta di indizione di referendum per abrogare la legge sull’autonomia differenziata.
La proposta era arrivata dal primo firmatario Domenico Rossi (Pd) che durante il suo intervento ha chiamato in causa il presidente Cirio che “anche questa volta si sottrae al confronto su un tema tanto importante per i piemontesi e per tutti gli italiani. Ha umiliato il Consiglio adottando pochi giorni prima della discussione una delibera con la quale la Regione si costituisce contro i ricorsi di Puglia e Sardegna di fronte alla Corte Costituzionale. Al nostro Paese non servono venti sanità diverse, venti sistemi scolastici diversi o venti sistemi di energia, al contrario serve un progetto comune, una visione. Siamo di fronte a una legge antistorica, che produce diseguaglianza, che danneggia il sistema economico e non aiuta l’Italia a essere competitiva nel nuovo assetto internazionale”.
Critiche a cui si sono aggiunti i consiglieri Gianna Pentenero, Alberto Avetta e Domenico Ravetti.
Per la capogruppo Avs, Alice Ravinale, “è grave l’assenza di Cirio durante questa discussione ed è altrettanto significativo il silenzio della maggioranza. Le regioni italiane già oggi hanno un’ampia autonomia, soprattutto sulla sanità, determinata dal titolo V. La proposta di Calderoli si porta dietro quella che è stata chiamata “la secessione dei ricchi”, a scapito delle regioni più povere, superando i meccanismi di solidarietà. Anche il Piemonte rischia di essere danneggiato da un governo che vuole più autonomia ma toglie risorse alle regioni, un paradosso. Troviamo inoltre assurdo che si deleghi a un comitato e non alle forze politiche la scelta sui livelli essenziali delle prestazioni.
“Non mi stupisce l’assenza del presidente Cirio - ha spiegato la capogruppo M5S Sarah Disabato - non era presente nemmeno quando è stata istituita una commissione ad hoc. La nostra Regione è fragile sotto molti aspetti, Cirio dovrebbe saperlo bene. La situazione economica del Piemonte non è minimamente comparabile con quella di regioni del nord “più ricche”. Questa riforma diventerà un boomerang per il nostro territorio e provocherà la fuga del personale sanitario, danni dal punto di vista della competitività e dello sviluppo economico, disuguaglianze e discriminazioni”.

“I processi democratici che passano dalle Assemblee devono essere sempre rispettati - ha dichiarato Gianna Gancia (Lega) - e ricordo al consigliere Rossi che la Cei non rappresenta lo stato italiano. Il centrosinistra parla come se questo paese fosse uniforme, dove tutto funziona in egual modo, ma il mio impegno nella Lega è cominciato proprio perché l’unico modo per tenere insieme un paese è il federalismo. Ricordiamoci che stiamo parlando di soldi delle persone che pagano le tasse, che fanno fatica, che vivono una tassazione elevatissima”. Il capogruppo Fabrizio Ricca ha aggiunto, in sede di dichiarazione di voto, che “stiamo discutendo di un’opportunità per la nostra regione e per il paese, mentre il centrosinistra strumentalizza. Se oggi i cittadini piemontesi sapessero di cosa state davvero parlando, verrebbero a chiedervene conto. La legge sull’autonomia mira a garantire l’unità del paese”.
Sempre in dichiarazione di voto, il capogruppo Fdi, Carlo Riva Vercellotti ha ricordato che “chi ha memoria degli ultimi 23 anni sa che il Partito Democratico si sta arrampicando sugli specchi. L’autonomia differenziata è una creazione della sinistra che ha voluto il titolo V. Sicuramente il tema dei Lep è stato fermo per troppo tempo. Però già Chiamparino e Bonaccini, governatori di centrosinistra, hanno chiesto ulteriori forme di autonomia. Anche Emiliano, governatore PD della Puglia, era convinto che ogni regione dovesse fare queste richieste, così come è paradossale che una regione a statuto speciale come la Sardegna si opponga. Le vostre critiche ci fanno capire che state andando a sbattere e noi non vi fermeremo. Se si vogliono ridurre i costi ed efficientare i servizi, chiedere ulteriori forme di autonomia, in forma responsabile e nel saldo principio che la legge si fonda sul rispetto dell’unità nazionale, può essere un’opportunità”.
“Questi interventi sono serviti a chiarirmi le idee - ha spiegato il capogruppo Fi, Paolo Ruzzola - la proposta che votiamo oggi ha grande legittimità ma è pretestuosa. Quando sento dire dal Pd che i tempi sono cambiati rispetto a quando loro hanno votato la maggiore autonomia, mi chiedo cosa sia cambiato tra le loro richieste, che hanno fortemente voluto, e le nostre. Abbiamo votato la legge a Roma, Forza Italia ha istituito un centro di studio per analizzare nel dettaglio la legge. Faremo in modo che nessuno rimanga indietro e che il provvedimento venga applicato in maniera corretta”.
Per il presidente della Lista Cirio, Silvio Magliano, “Don Sturzo già nel 1921 si manifestò come uno dei principali regionalisti del nostro tempo. Ragionare sulle deleghe vuol dire scommettere sulle capacità delle classi dirigenti di dimostrare di avere tutte le caratteristiche per governare al meglio. Ci auguriamo che i Lep vengano rispettati e attuati non creando ulteriori divisioni, non vogliamo lasciare indietro nessuno e su questo saremo determinati”.
Nella replica l’assessore all’Autonomia Enrico Bussalino ha chiarito che l’iter della legge sta andando avanti nel solco della legalità e nel rispetto della Costituzione italiana. L’autonomia differenziata rappresenta un’opportunità per il Piemonte e per tutto il paese, aumenta l’efficacia e l’efficienza dell’azione amministrativa e snellisce gli iter burocratici che spesso rappresentano un ostacolo per cittadini e imprese. Ogni regione poi è assolutamente libera di chiederne o meno l’applicazione per le materie che ritiene opportune nel pieno rispetto dei principi costituzionali. La volontà della Giunta è di collaborare e ascoltare tutti per un migliore assetto istituzionale e organizzativo per il Piemonte.

comunicato stampa

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