La Regione Piemonte ricostruisce l’Antica Cantina di Velika Hoča, in Kosovo. A tagliare il nastro tricolore è stato l’assessore regionale alla Cooperazione Internazionale Maurizio Marrone con il supporto dei militari italiani della missione NATO K-FOR, intervenuti durante i lavori di consolidamento strutturale.
“In quella terra - sottolinea Marrone - l'attività vitivinicola e la tradizione ortodossa sono legate tra loro da secoli". Quel luogo, andato in rovina durante l'ultima guerra balcanica e storicamente significativo per la comunità serba che resiste in Kosovo, vuole diventare "un centro di aggregazione sociale, rilancio commerciale e orgoglio identitario per le nuove generazioni”.
La storia del villaggio di Velika Hoča
Il villaggio di Velika Hoča è uno dei più antichi del Kosovo. La prima testimonianza scritta risale al XII secolo d.C. . Situata nella Metohija occidentale, Velika Hoča è stata storicamente un importante centro culturale e religioso. Prima della conquista ottomana, l’area era particolarmente rinomata per la produzione vinicola, in particolare fornendo uva al vicino monastero di Visoki Dečani, uno dei più importanti della regione, cuore della spiritualità serbo-ortodossa, e attualmente protetto dai militari italiani della Brigata Folgore.
L'intervento della Regione
Con la fine del dominio ottomano nel XIX secolo, la viticoltura visse un nuovo periodo di crescita: nella sola Velika Hoča vi erano oltre quindici cantine, confermando il ruolo centrale del villaggio nella tradizione vinicola della regione. L’intervento sostenuto dalla Regione Piemonte ha permesso di intervenire sulla cantina più antica del villaggio, un tempo appartenente alla storica famiglia Patrnogić, e abbandonata dal conflitto del 1999, quando l’ultimo discendente della famiglia, Tihomir Patrnogić, fu rapito davanti alla sua casa. Il suo destino resta tuttora sconosciuto.
Un luogo segnato ancora da tensioni
Gli echi del conflitto degli anni ‘90 tuttavia non sono ancora scomparsi, anzi. La storia recente del Kosovo è ancora segnata da tensioni e conflitti tra la maggioranza albanese kosovara e la minoranza serba. Nonostante le difficoltà dovute all’instabilità persistente, la viticoltura è rimasta un tratto distintivo di Velika Hoča, un villaggio abitato da serbi che hanno conservato questa tradizione nel tempo.
Oggi, il progetto crea una nuova opportunità: trasformare il villaggio in un polo innovativo per lo scambio di buone pratiche, la promozione dei prodotti locali e il dialogo interculturale. Un’iniziativa strategica per il consolidamento dell’Italia e del Piemonte nell’area Balcanica, partendo proprio dal comune patrimonio vitivinicolo che mette in collegamento ideale le vigne piemontesi con quelle di Velika Hoča.