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Economia e lavoro | 30 giugno 2025, 17:28

Profit e giovani: ecco il Piano metropolitano per l'economia sociale di Torino da oggi al 2030

Dopo un anno di analisi del settore da parte di Città Metropolitana, Camera di Commercio e Torino Social Impact, il piano generare impatto positivo sul territorio. In provincia sono quasi 5000 le realtà attive

Profit e giovani: il Piano metropolitano per l'economia sociale di Torino

Profit e giovani: il Piano metropolitano per l'economia sociale di Torino

Non c'è progresso sociale senza coinvolgimento del mondo profit e dei giovani. È questo il cuore del Piano per l'economia sociale della Città Metropolitana, che punta ad aumentare il benessere sociale - ma anche la crescita economica - nel territorio torinese entro il 2030.

La mappatura 

Il Piano ha visto un anno di redazione da parte di Città Metropolitana, Camera di Commercio e Torino Social Impact, passato da una mappatura delle realtà che operano nel campo dell'economia sociale; interviste approfondite a trenta di loro, scelte in base alla rappresentanza varia ed eterogenea degli interessi del territorio; e un evento pubblico che ha visto partecipare 104 delle realtà coinvolte.

Tutti i numeri

Il mondo dell'economia sociale nella città metropolitana di Torino conta quasi 5000 organizzazioni tra cui 448 cooperative sociali, 91 imprese sociali, 2187 associazioni di promozione sociale, 1360 organizzazioni di volontariato, 27 startup a vocazione sociale e 232 società benefit.

"Come Città Metropolitana di Torino - ha spiegato la consigliera con delega allo sviluppo economico, Sonia Cambursano - abbiamo avuto un'esperienza di grandissimo successo con un bando da 1,200 milioni di euro che abbiamo finanziato per attività for profit che nel loro business avessero delle ricadute sociali desiderabili. L'integrazione tra i punti di vista profit e sociale è necessario, anche l'economia tradizionale si può spostare da un modello predatorio, turbo capitalista a un modello più attento".

I commenti

"La collaborazione tra pubblico e privato è ormai la frontiera dell'innovazione sociale - ha commentato la vicesindaca di Torino Michela Favaro alla presentazione del Piano - per mantenere livelli di welfare sul nostro territorio per cui siamo orgogliosi, ma che non basta: sfide, disuguaglianze, esclusi sono tanti e il nostro obiettivo è di lavorare per abbassare questo tasso".

"Siamo apripista in Italia su questo Piano di economia sociale - ha dichiarato il segretario generale della Camera di Commercio di Torino Guido Bolatto - e oggi qui ci saranno, per confrontarci, Bologna e Milano che come noi stanno predisponendo il Piano. Il settore è vivo nel nostro territorio, sopperisce in molti casi alle carenze pubbliche come welfare ma ha bisogno di aiuto di trovare fondi per accrescere professionalità e farsi contaminare dal settore privato".

"Tre elementi sono al centro della visione del Piano - ha spiegato Mario Calderini, professore del Politecnico di Milano e portavoce di Torino Social Impact - L’integrazione dell’economia sociale nelle politiche ​d​i sviluppo e crescita del territorio, rafforzando le competenze de​i protagonisti dell'economia sociale, la​ loro strutturazione finanziaria, ​l'intensità tecnologica, il posizionamento e la capacità di interazione con i mercati. Il secondo tema è la centralità della partnership multi attore, favorendo processi di innovazione aperta, puntando al dialogo tra profit e non profit, attivando ​e attraendo investimenti privati e l'utilizzo di tecnologie avanzate per facilitare lo sviluppo di opportunità imprenditoriali innovative".

"I​l terzo pilastro è ​i​l ricambio generazionale​, con la centralità dei giovani nel disegno dell'economia futura. ​In questo senso, il Piano è disegnato attorno all’idea che i giovani possano essere protagonisti di un nuovo modello di economia sociale di mercato", ha concluso Calderini.

Francesco Capuano

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