A prima vista, nella cornice di Mercato Centrale, Emporio Sabaudo potrebbe apparire come un peculiare negozio di prodotti piemontesi. Parlandone con Dario Ujetto, che questa realtà l’ha progettata a partire da Eat Piemonte trovando subito in Davide Pinto di Affini un convinto sostenitore, quella che viene delineandosi è una coraggiosa sperimentazione incentrata sull’enogastronomia subalpina e mirata a supportare le piccole realtà aziendali di settore nel trovare convergenze e nell’ individuare forme capaci di farle conoscere: «È da qualche anno che lavoro al progetto, ma i tempi – spiega Ujetto – non erano ancora maturi. Questo invece è il momento giusto. Daremo vita a quel cambiamento che era già nell’aria, ma che ancora non si era manifestato. Lo faremo creando sinergie tra produttori, aziende, appassionati, perché il cibo deve essere anche strumento di divulgazione culturale e inclusività sociale».
Un laboratorio per creare nuove sinergie
Emporio Sabaudo propone un approccio originale all’esperienza del cibo: creare sinergie e convergenze in una prospettiva di promozione e di supporto al business delle aziende che il cibo di qualità lo creano. E, al momento, lo fa in un piccolo spazio collocato immediatamente a destra dell’ingresso del Mercato Centrale. È qui che, mentre Ujetto mi spiega il suo progetto, ho modo di vedere in diretta come i prodotti esposti negli scaffali richiamino l’attenzione di un pubblico molto eterogeneo: dalla turista canadese che entra decisa chiedendo di assaggiare La Noisette, liquore alla nocciola delle Distillerie Subalpine, alla signora torinese che, stupita nel ritrovare negli scaffali dello spazio di Emporio Sabaudo Il Ghiotto Galfrè “con cui sono cresciuta”, esce con la borsa piena di salse e ragù che evocano la sua infanzia.
Promuovere il Piemonte attraverso esperienze autentiche
Al centro di Emporio Sabaudo c’è l’ambizione di rendere l’enogastronomia piemontese un autentico volano capace di trainare l’immagine complessiva della regione sia sul piano della diffusione dei suoi prodotti che su quello del turismo. Non è forse un caso che l’apertura di questo “spazio temporaneo” arrivi in un momento in cui Torino sta vivendo un importante rilancio turistico. L’iniziativa si inserisce dunque in questa dinamica con l’intento di trasformare le eccellenze enogastronomiche in ambasciatrici del territorio: «Quando Ujetto mi ha illustrato il progetto – racconta Davide Pinto di Affini, che allo spazio partecipa con un bancone di mescita al quale si possono gustare drink la cui base è costituita proprio i prodotti in vendita – ho compreso da subito che questa poteva essere la strada giusta per promuovere il territorio piemontese attraverso i suoi stessi prodotti di punta. Entrare a far parte del progetto è stato dunque, per me, del tutto naturale e immediato».
Una realtà concreta destinata a crescere
I numeri alla base del progetto parlano chiaro: 24 aziende coinvolte fin dal lancio, oltre 400 referenze a scaffale, un programma di eventi già attivo, oltre alla presenza di uno spazio dedicato in un punto strategico del Mercato Centrale di Porta Palazzo, uno dei luoghi della città che più affascina i turisti. Emporio Sabaudo nasce così con una struttura già consolidata, costruita su una rete di relazioni e un’idea precisa: far crescere un’economia di prossimità che valorizzi il patrimonio gastronomico piemontese in una chiave destinata ad avere ricadute importanti sul turismo. E i risultati, in queste prime settimane, sono stati decisamente incoraggianti. Per questo Emporio Sabaudo guarda già al futuro: strutturarsi nel 2026 come associazione di produttori e aziende che, impossibilitate con le loro forze a giocare in grande, trovano nel progetto un’opportunità per far crescere la propria immagine, insieme a quella del Piemonte, sia a livello nazionale che internazionale.