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Cronaca | 12 settembre 2025, 11:16

"Con mille euro a Torino non si vive": in sciopero i vigilantes del Piemonte [VIDEO]

Chiedono un rinnovo dell'integrativo e maggiore sicurezza. Oltre 10 mila gli addetti piemontesi

Chiedono un rinnovo dell'integrativo e maggiore sicurezza. Oltre 10 mila gli addetti piemontesi

Chiedono un rinnovo dell'integrativo e maggiore sicurezza. Oltre 10 mila gli addetti piemontesi

A Torino con poco più di mille euro al mese non si vive. La denuncia è sui redditi, troppo bassi per chi opera nel campo della sicurezza privata, ma anche su un integrativo che è fermo da troppo tempo.

Il risultato? Nessuno vuole fare più un lavoro che comporta, peraltro, rischi di sicurezza a chi, al contrario, dovrebbe garantirla.

11mila vigilantes in Piemonte

In Piemonte si contano circa 11mila operatori inseriti nel contratto nazionale della vigilanza. Operano in enti privati, ma anche pubblici, come stazioni e ospedali. Il rischio di aggressioni è sempre dietro l'angolo per chi lavora tr

a le corsie, ma anche per chi opera nel trasporto di valori, come avvenuto ieri a un lavoratore della Valle d'Aosta coinvolto in un incidente stradale e ora in prognosi riservata.

Stipendio di mille euro

Il tutto per uno stipendio netto che supera, di poco, i mille euro al mese.  Salari troppo bassi, condizioni di lavoro in peggioramento e contratti fermi da anni. È questa la fotografia che riportano Filcams, Fisascat e Uiltucs regionali, che oggi hanno proclamato uno sciopero regionale con presidio davanti alla Prefettura.

"Le retribuzioni nel comparto sono tra le più basse d’Italia, mentre le aziende – denunciano i sindacati – continuano a rimandare senza motivo il rinnovo dei contratti nazionali e, in ambito piemontese, hanno recentemente negato l’apertura del tavolo per il rinnovo del contratto integrativo regionale, considerato uno strumento chiave per garantire una tutela salariale più equa.".

Più attenzione su salute e sicurezza

Oltre agli stipendi, i sindacati chiedono anche maggiore attenzione su salute, sicurezza e riconoscimento professionale. Di fronte al muro alzato dalle imprese, la mobilitazione è scattata con il sostegno delle Rappresentanze Sindacali Aziendali e di lavoratrici e lavoratori del settore.

Daniele Caponnetto

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