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Economia e lavoro | 09 ottobre 2025, 11:03

Le crisi globali e le incertezze "raffreddano" la fiducia delle imprese torinesi, soprattutto per le esportazioni e l'auto

L'ultima rilevazione di Unione Industriali di Torino e Confindustria Piemonte mostra una fiducia sostanzialmente stabile, ma con debolezze sul metalmeccanico. Meglio i servizi. Gay: “Davanti a noi mesi decisivi, innovazione e industria centrali per sviluppo italiano ed europeo”

Incertezze per le imprese torinesi e piemontesi

Incertezze per le imprese torinesi e piemontesi

Le incertezze globali non mancano (tra guerre, tensioni e dazi), quindi non stupisce che siano proprio le esportazioni a zavorrare il presente e il futuro dell'economia torinese, così come di quella piemontese. Lo dice l'ultima indagine realizzata dal Centro Studi di Unione Industriali di Torino insieme a Confindustria Piemonte, che conferma anche per il terzo trimestre dell'anno la debolezza - che non stupisce più - del settore metalmeccanico e in particolare dell'auto.

Dalle cifre emerge come il clima di fiducia sia sostanzialmente stabile, dopo il rallentamento registrato a giugno: c'è solidità e capacità di tenuta, ma si confermano anche le crepe di alcuni settori come tessile e metalmeccanico. “L’incertezza è la nuova normalità - dice Marco Gay, presidente degli industriali torinesi -, ed in questo quadro le nostre imprese hanno imparato a gestire la propria attività oramai da qualche anno. La stabilità dei dati registrati da questa rilevazione non deve quindi sorprendere". "Abbiamo però davanti a noi mesi decisivi - aggiunge - nei quali dobbiamo definire quale sarà la traiettoria di sviluppo dell’industria italiana ed europea: al centro devono esserci innovazione e industria. E ciò deve valere sia come mercato interno europeo, che solo così sarà più unito e produttivo, che come mercato esterno, in modo da competere con Stati Uniti e Cina. Questa è la via maestra per preservare e sviluppare quel patrimonio di fiducia e capacità che Torino, l’Italia e l’Europa esprimono ogni giorno”. 

Torino resiste, ma non investe
 

A Torino, il clima di fiducia è ancora prevalentemente positivo, con indicatori sopra lo zero per produzione (+6,1%, praticamente invariato rispetto a giugno), ordini (+5,6% in crescita di 0,4 punti) e occupazione (+8,4%, anche se in calo di 1,5 punti). Nella manifattura però il saldo ottimisti/pessimisti sulla produzione torna negativo, attestandosi al -3,2% (da +5,5% di giugno). Cala la propensione a investire in nuovi impianti, con il 21,7% di imprese con programmi di spesa significativi (-3,7 punti percentuali meno della scorsa rilevazione). Stabile il ricorso alla cassa integrazione, che interessa l’11,4% delle imprese (il 18,9% nell’industria, in aumento di 0,3 punti). Sale leggermente il tasso di utilizzo di impianti e risorse (78%), che rimane sui valori medi di lungo periodo. Nel capoluogo si registrano attese ancora negative per le esportazioni (-2,9% il saldo ottimisti/pessimisti).

Il Piemonte teme per ordini ed export


A livello regionale dalle imprese arrivano attese complessivamente positive per l’occupazione (saldo ottimisti/pessimisti al +6,1%) e per la produzione (+1,1%). Negativi i consuntivi per ordini (-1,4%), export (-6,0%) e redditività (-5,4%). Varia poco la propensione a investire, che interessa il 74% delle rispondenti, mentre il 23,5% delle imprese ha programmato l’acquisto di nuovi impianti, un dato in calo di 2,6 punti rispetto a giugno. L’indice di utilizzo di impianti e risorse resta stabile al 77%, mentre aumenta gradualmente il ricorso alla CIG, attivata dall’11,2% dei partecipanti all’indagine, percentuale che cresce nel manifatturiero, dove raggiunge il 15,3% (+1,2 punti percentuali rispetto alla rilevazione di giugno).

Il quadro geopolitico influenza indiscutibilmente le previsioni delle nostre imprese, che comunque non rallentano la presa e prevedono un indice di utilizzo impianti elevato, grazie a nuovi investimenti e occupazione stabile - commenta Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte -. Si tratta di uno sforzo che in vista della scadenza a fine anno dei piani Industria 4.0 e Industria 5.0, deve trovare un accompagnamento concreto. Il cammino della Legge di Bilancio è avviato, e come ha detto il presidente Orsini il Governo deve credere nell’impresa e nell’industria. Da parte nostra continueremo a cercare nuovi mercati alternativi a quelli storici, ben sapendo però che Europa e Stati Uniti sono i partner con cui progetteremo crescita e sviluppo mettendo innovazione, tecnologia e sostenibilità al centro”.

Male il metalmeccanico (per colpa dell'auto)


In Piemonte si confermano andamenti settoriali differenziati. Il manifatturiero, che rappresenta circa due terzi del campione, registra ancora saldi col segno meno per tutti i principali indicatori: produzione (-5,1%), nuovi ordini (-7,6%), redditività (-11,3%) ed export (-6,3%). A soffrire è soprattutto il comparto metalmeccanico (il saldo fra ottimisti/pessimisti per la produzione, negativo da 9 trimestri, è pari a -10,1%), soprattutto automotive e metallurgia; negative le attese anche per tessile-abbigliamento (-10,0%), gomma-plastica (-4,9%), manifatture varie (gioielli, giocattoli, ecc. -15,7%). Positive le attese per cartario-grafico (+24,1%) alimentare (+7,9%), edilizia e impiantisti (rispettivamente +1,3% e +18,2%). 

Meglio il clima di fiducia nel terziario, grazie ad una minore esposizione alle oscillazioni dei mercati esteri di questo periodo storico. Tutti i comparti esprimono attese favorevoli, pur con diversa intensità. Particolarmente positive le attese per ICT (+20,8%) e trasporto di merci e persone (+25%). Chi ha meno expport nel proprio fatturato risulta in generale meno pessimista, mentre calano ulteriormente i timori sull’aumento dei prezzi di materie prime, energia e logistica.

Massimiliano Sciullo

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