Negli spazi del Circolino di Flashback Habitat i muri si trasformano con Compassione, la nuova installazione site-specific di Alexander Mostafa Fazari, a cura di Alessandro Bulgini, direttore artistico di Flashback Habitat.
L’opera inaugura una riflessione profonda sul valore universale della compassione com forza trasformativa e rivoluzionaria del sentire umano, un tema che si inserisce in modo
naturale nel percorso dell’ecosistema per le culture contemporanee di Corso Giovanni Lanza, dove arte e vita si intrecciano in un continuo dialogo con la memoria, la spiritualità
e l’impegno civile.
Dal latino cum patior, “patire insieme”: la compassione che dà titolo all’opera è intesa non come pietà, ma come capacità di condividere la sofferenza, di riconoscere nell’altro la
propria stessa vulnerabilità. Fazari traduce questa idea in un linguaggio potente e immediato, trasformando un materiale d’emergenza in materia d’arte. Una distesa di
coperte termiche dorate, fragili e salvifiche al tempo stesso, ricopre lo spazio come un manto di luce: veli sottili che proteggono e riflettono, schermi che rimandano all’idea di
salvezza ma anche di precarietà. Sulla loro superficie, la mano dell’artista calligrafo incide e dipinge parole di Gibran, Rumi e Ibn Arabi, tracciate con gesti che uniscono scrittura e respiro, spiritualità e gesto politico.
Le frasi, rese in segno e luce, attraversano l’oro mutevole delle coperte, restituendo al pubblico un messaggio universale di amore, unità e umanità.
In Compassione, la parola diventa luce, la materia diventa preghiera, e l’arte si fa spazio di empatia: un monito visivo a ritrovare l’autenticità dell’essere umani.
Il luogo scelto per la nuova installazione è Il Circolino, al terzo piano del Padiglione C di Flashback Habitat — un tempo cappella dell’ex brefotrofio della città, oggi cuore pulsante di cibo, musica, parole e punto d’incontro tra persone, culture e spiritualità differenti. Dove un tempo si celebravano riti religiosi e oggi si celebra la condivisione quotidiana, Compassione trova un’eco naturale. Le pareti, impregnate di memoria collettiva, dialogano con il dorato delle coperte e con i segni calligrafici dell’artista, generando un’atmosfera
sospesa tra sacralità e quotidianità, contemplazione e partecipazione.
Nella geografia emotiva di Flashback, il Circolino rappresenta un crocevia di comunità, un laboratorio di umanità: proprio qui la nuova opera di Fazari amplifica il senso della
tredicesima edizione della fiera, riaffermando l’idea che l’arte non è evasione, ma strumento di presenza e di coscienza.
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martedì 21 ottobre
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